Elvox, 47 dei 286 dipendenti rischiano di rimanere a casa

LA SEDE DI RESCHIGLIANO La Elvox azienda simbolo della citofonia in provincia di Padova ora toccata dalla crisi
LA SEDE DI RESCHIGLIANO La Elvox azienda simbolo della citofonia in provincia di Padova ora toccata dalla crisi
 
CAMPODARSEGO.
La crisi colpisce anche le aziende più solide. Come Elvox, fondata nel 1954, leader nei settori videocitofonia, automazioni ingressi e telefonia con sede in via Pontarola a Reschigliano. A inizio luglio l'azienda ha avviato la procedura di mobilità per 47 dei 286 dipendenti: 31 operai e 16 impiegati. L'apertura della procedura ha portato proprietà e sindacati, Fiom e Fim, a una trattativa che non pare andata a buon fine, visto che il 20 agosto è stato ufficializzato il mancato accordo contestualmente la richiesta d'intervento della Provincia di Padova.  L'assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison ha così convocato le parti il 14 settembre prossimo. «In questo momento la trattativa fra azienda e sindacati continua - precisa Barison - Quando ci incontreremo, faremo di tutto per trovare un accordo, visto che la Elvox è un'azienda importante e già in passato si è dimostrata disponibile a trovare soluzioni alternative ai licenziamenti».  In ottobre dell'anno scorso, ricorda l'assessore, la Provincia aveva già aperto un tavolo con la Elvox affrontando il calo di lavoro. «L'azienda aveva un problema di esuberi, abbiamo trovato un accordo sostituendo la mobilità con un contratto di solidarietà. Si sono cioè evitati i licenziamenti facendo lavorare un po' meno ma tutti. Le ore non lavorate vengono pagate all'80% dall'Inps, la riduzione in busta paga è molto relativa» spiega Barison.  Da parte dei sindacati e delle rsu c'è uno stretto riserbo sulla situazione. «Siamo in piena trattativa» si limita a dire Lino Coniglio, Fim-Cisl. Gloria Berton, Fim-Cgil, è invece appena arrivata dal Vicentino e non si pronuncia. «Speriamo si risolva nel modo più positivo» dice invece Paolo Favaretto, rsu.  E' fiducioso anche l'assessore Barison: «Credo che le condizioni ci siano tutte - è convinto - Bisogna però capire bene tutta la questione. Come Provincia, sinora, in ogni situazione di crisi abbiamo trovato l'accordo tra le aziende al 99% dei casi. In questo momento l'impegno della Provincia è massimo. Sappiamo che uscire dal mondo del lavoro significa entrare in una situazione di incertezza per poterci rientrare. Valuteremo tutti gli ammorti sociali alternativi al licenziamento - assicura Barison - trovando accordi magari anche solo con le persone che escono in pensione». La Provincia ha ora 30 giorni per far accordare le parti. Un tempo che Massimiliano Barison intende sfruttare fino in fondo.

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