Era fratello dei Serenissimi che assaltarono San Marco

CONSELVE. Ha dedicato la sua vita al lavoro e a quella che ha sempre rivendicato come la sua invenzione, i carri miscelatori verticali per la zootecnia. Tiziano Faccia non ha mai smesso di percorrere con tenacia e nonostante mille difficoltà la strada che aveva imboccato quasi quarant’anni fa, quando aveva fondato la prima azienda, la Agm, insieme ai fratelli Fausto e Luigi. Due nomi balzati alle cronache internazionali nel maggio del 1997, per il clamoroso assalto al campanile di San Marco nelle fila dei “Serenissimi”. Ma da quella avventura Tiziano si era tenuto fuori, anzi già da alcuni anni aveva imboccato un’altra strada, lasciando l’azienda di famiglia, dopo alcune difficoltà economiche che avevano costretto i fratelli Faccia alla chiusura ed ad una nuova partenza. Ma Tiziano aveva deciso di proseguire per conto suo, continuando a coltivare e a sviluppare l’idea del carro miscelatore. «Per lui c’erano solo il lavoro e la sua azienda» ricorda chi lo ha conosciuto da vicino «era una persona molto schiva e riservata, che ha sopportato mille difficoltà e ha sempre saputo rialzarsi e reagire».
Era sposato da 14 anni con Melania Bortoletto e non aveva figli. L’idea del carro miscelatore verticale nacque nei primi anni Ottanta, quando i tre fratelli ancora lavoravano insieme e, con un prestito di qualche milione di lire, svilupparono il nuovo strumento per la miscelazione e la distribuzione di mangimi e foraggio nelle stalle. Tiziano lo ha sempre descritto come il classico uovo di colombo: «Fino ad allora i carri miscelatori erano orizzontali ma poco efficaci, noi abbiamo iniziato a costruirli verticali e li abbiamo portati nelle stalle, perché gli agricoltori li provassero. Siamo partiti lavorando sotto una tettoia, è stato subito un successo, abbiamo iniziato a produrre e vendere, in Italia ma anche all’estero, andavamo forti in Germania. Poi però ci si è messa la concorrenza sleale che ha copiato il nostro brevetto». Dagli attacchi e dai colpi bassi del mercato e della concorrenza sono iniziati i guai prima la allora Agm, poi costretta a chiudere. Tiziano da allora ha proseguito da solo, aprendo ad Arre, in via Fiesso, la Aft, con la quale aveva ripreso anche le esportazioni: l’ azienda contava venti dipendenti. Ma una decina d’anni fa insorsero dei problemi con le banche. Quindi nasce la L. u. v. s. , un’azienda più piccola con la quale Faccia continua a coltivare il suo progetto. Fino alla tragica fine di ieri . —
Nicola Stievano
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova