Esami alle donne di 45 anni, lo Iov anticipa lo screening per l'analisi senologica

Il progetto dell'Istituto Onclogico Veneto per prevenire il tumore al seno 
Nurse with young women having a mammography
Nurse with young women having a mammography

PADOVA. L’emergenza Covid rallenta, ma non ferma, i progetti innovativi di screening dell’Istituto Oncologico Veneto (Iov), sostenuti dalla Regione Veneto e rivolti alle giovani donne: è partita lo scorso anno l’analisi senologica rivolta alle 45enni delle province di Padova e Rovigo, mentre continua con una nuova modalità, quello che riguarda i tumori al seno ereditari. In entrambi i casi i dati che emergono fanno riflettere.

Per le 45enni «il progetto punta ad analizzare il rischio di donne in una fascia d’età più bassa rispetto agli screening tradizionali» spiega Francesca Caumo, direttrice della Radiologia Senologica dello Iov, «calcolandone il rischio in base alla familiarità, alla densità della ghiandola mammaria e allo stile di vita, e offrendo un percorso personalizzato per i successivi cinque anni, con l’impiego di tomosintesi (per semplificare: un mammografo 3D) ed eventualmente ecografo».

L’iniziativa è stata totalmente riorganizzata dopo il lockdown: «Era necessario recuperare gli esami», riassume il medico, «pertanto abbiamo potenziato la segreteria grazie a una borsa di studio, in modo da chiamare tutte le donne invitate, farci confermare la loro adesione e fissare gli appuntamenti in modo omogeneo. Inoltre, a marzo è arrivata una nuova tomosintesi uguale alla prima. Ai circa 150 esami a settimana pre-lockdown, abbiamo potuto aggiungere ulteriori 18 ore settimanali».

I numeri parlano di «circa 2.300 esami eseguiti dall’inizio del progetto fino a ottobre scorso», dice Caumo, «da cui sono stati individuati 21 neoplasie. Molte di queste donne erano alla loro prima analisi mammografica; qualcuna l’aveva fatta ai 40 anni. È un numero altissimo in questa fascia d’età, corrispondente circa al 9 per mille rispetto al 4 per mille della media nazionale. Inoltre, per la prima volta stiamo intercettando molte donne con rischio elevato. Speriamo di poter presentare alla Regione dati sufficienti a fare abbassare l’età dello screening senologico, dai 50 anni ai 45: oggi un tumore trattato in fase iniziale può dare enormi poi».

Per le giovani donne con alta familiarità, il percorso di sorveglianza annuale è stato modificato: «A oggi la mammografia con contrasto ha visto ciò che ha visto la risonanza magnetica con contrasto: essendo il primo un esame più semplice e veloce, in futuro si può pensare a questa sostituzione», spiega Caumo, «Stiamo seguendo circa 230 donne (almeno sei le neoplasie emerse): il progetto terminerà nel 2022 e l’obiettivo è arrivare a monitorare 300 persone». —
 
 

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