Esami medici, scure da 21 milioni di euro

Tagli del governo alle prescrizioni: nel mirino 1,6 milioni di prestazioni attualmente chieste dai padovani all'Usl 16
Belluno, 4 dicembre 2006, ospedale. Tac spirale.
Belluno, 4 dicembre 2006, ospedale. Tac spirale.

PADOVA. Un minimo di 21 milioni di euro. Tanto dovranno sborsare di tasca propria i padovani in un anno per sottoporsi a esami medici; succederà se passerà la “black list” sanitaria che indica in 208 prestazioni quelle a rischio-sprechi e, come tali, da sforbiciare. La tipologia è varia: risonanze magnetiche, Tac, estrazioni dentarie, test allergici, analisi genetiche e di laboratorio compresi gli esami per il colesterolo.

Le prestazioni che spariscono. L’Usl 16 nel 2014 ha ricevuto la richiesta di 1,6 milioni di prestazioni dai propri assistiti con riferimento alle tipologie indicate dal ministero della Sanità. Il valore complessivo è appunto di 21 milioni di euro attualmente a carico delle casse pubbliche; il 76% riguarda la diagnostica per immagini e la medicina di laboratorio. Ed è in particolare su Tac e risonanze che il governo intende risparmiare. Ma quante se ne fanno a Padova? Sono 39 mila le prestazioni del primo tipo e 15 mila del secondo in Azienda Ospedaliera che, nel 2014, ha erogato complessivamente oltre 7 milioni di “specialistica per esterni” su richiesta di medici e Usl. La lista dei tagli riguarda, tra l’altro, esami di laboratorio come albumina, calcio, colesterolo (in assenza di valori elevati è ripetibile solo dopo 5 anni), ferro, proteine, potassio, sudore (per la diagnosi di fibrosi cistica), trigliceridi. Nell’ambito della dei test di tipizzazione genomica: indagini per scoprire la presenza del virus dell’epatite B, analisi del Dna. Dermatologia allergologica: orticarie fisiche, per inalanti e test epicutanei che devono essere prescritti tutti da un allerologo. Medicina nucleare: tomoscintigrafie, radioterapie stereotassica.

Medici mobilitati. Che cosa succederà dunque se il decreto Lorenzin passerà il vaglio del Consiglio Superiore della Sanità? Considerato che gli esami rientranti nella lista dei 208 non potranno essere prescritti dai medici (che rischiano la multa) e quindi erogati dal servizio sanitario (salvo specifiche eccezioni), i pazienti avranno due possibilità: o pagarsi la spesa oppure rinunciare del tutto. «Così si finirà per distinguere tra chi ha i soldi per comprarsi la sanità e chi invece non potrà permetterselo», spiega Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg Veneto, il maggiore sindacato dei medici di base. Medici che hanno già espresso tutta la loro contrarietà al decreto annunciando iniziative di mobilitazione. «Ma lo sciopero è sempre un fallimento per noi che abbiamo in mano la salute della gente. D’altra parte non siamo l’Equitalia della sanità e qualcosa dobbiamo fare. L’Ordine dei Medici di Padova, attraverso il suo presidente Paolo Simioni, ha espresso fin da subito, quando la “black list” era più corta, la totale contrarietà al provvedimento: «Siamo molto preoccupati», ha affermato, «questi tagli mettono in serio pericolo la sostenibilità del sistema sanitario e l'accesso dei cittadini alle cure. Non c’è ombra di dubbio che i tagli incideranno su qualità e quantità delle prestazioni sociosanitarie con la riduzione dell’equità dei servizi».

Il no di Zaia. Per il sindacato dei medici di base positiva è stata la presa di posizione del governatore Luca Zaia che ha bocciato il decreto sostenendo l’opportunità di applicare i costi standard e annunciando l’intenzione di non multare i medici.

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