Espulso dalla comunità di recupero trovato morto sui binari della ferrovia

Alessio Ventre ha trovato la morte dopo essere stato cacciato dalla comunità in cui si stava disintossicando dalla droga. Questa è l’unica certezza in un caso ancora costellato di misteri. Si parte da un’immagine: quella di un corpo senza vita riverso tra il binario 5 e il binario 6 della stazione di Monselice. I vestiti sono inzuppati d’acqua per via della pioggia gelida caduta tutta la notte. Ha ferite sulla fronte, sul volto, su una gamba. Poco distante c’è il suo telefonino. Alessio Ventre aveva 38 anni e stava tentando di rimettersi in strada nonostante le curve della vita. A luglio dello scorso anno, dopo un periodo trascorso in carcere, era stato lui a chiedere di andare in comunità. E la sua famiglia, sempre presente nonostante le difficoltà, l’aveva aiutato ancora una volta. Ieri mattina gli uomini della Scientifica hanno esaminato il suo corpo inerme per ore ma per dare una spiegazione a questa morte bisogna necessariamente andare a ritroso nell’ultima sua giornata di vita.
l’ultimo giorno
Giovedì mattina Alessio Ventre telefona alla madre Valeria. È scosso, preoccupato, quasi imbarazzato: «Mamma mi hanno buttato fuori dalla comunità». La notizia scuote la quiete familiare. Papà Gianfranco e mamma Valeria non si sono mai arresi alle debolezze del figlio. La loro battaglia è quella di tante famiglie che si trovano a lottare contro la droga e la sua perpetua scia di dolore. Nonostante questo i canali comunicativi sono sempre rimasti aperti: questa non è la storia di un figlio lasciato alla deriva. Dunque la madre prova a capire cos’è successo ma lui la tranquillizza: «Non ti preoccupare, torno nel pomeriggio e ti spiego». Raduna le sue cose in un borsone e cerca un passaggio, perché la comunità “Il Cedro” si trova a Caldogno (Vicenza) e lui deve tornarsene a Monselice. Trova un passaggio. Secondo quanto accertato dalla polizia ferroviaria è un compagno della comunità a caricarlo in auto.
ritorno a monselice
Verso le 16. 30 arriva a casa, in via Valli, ma non sale dai genitori. Appoggia il borsone pieno di vestiti e farmaci in garage e se ne va in centro, ragionevolmente con la stessa persona che l’ha accompagnato fino a Monselice. Durante quel pomeriggio la madre lo chiama tre-quattro volte al telefonino, l’ultima verso le 19. Ottiene continue rassicurazioni: «Non ti preoccupare, tra poco torno». Sempre verso le 19 viene visto in centro da alcuni ragazzi, agli aperitivi. Ma da quel momento in poi di Alessio Ventre si perdono le tracce.
la scomparsa
Altro orario da segnare per ricostruire il mosaico: ore 20. A quell’ora l’amico che l’ha accompagnato a Monselice, quello con cui ha trascorso tutto il pomeriggio, telefona ai carabinieri di Monselice per denunciare la scomparsa di Ventre. «Ci trovavamo lungo la ferrovia, mi ha detto che doveva andare a fare pipì, io l’ho aspettato ma non è più tornato», racconta al telefono. I carabinieri corrono dai genitori in via Valli, raccontano il contenuto della telefonata ricevuta, seguono vari tentativi di mettersi in contatto con lui ma, a quel punto, il telefonino suona a vuoto e poi si spegne.
il cadavere
Venerdì mattina, ore 6. 20. Il macchinista di un treno regionale, transitando a bassa velocità sul binario 5, vede un corpo esanime a terra. Sul posto arrivano le ambulanze del 118 e subito dopo i poliziotti della Polfer. Il corpo senza vita è quello di Alessio Ventre. Con l’esame esterno emergono le ferite alla testa, alla faccia, alla gamba. Ferite che però non sembrano essere compatibili con la morte. Uno dei dubbi che hanno gli investigatori è che sia stata una dose di droga a ucciderlo. Ma non è l’unica ipotesi. Analizzando la sua cartella sanitaria scoprono che da circa vent’anni è anche diabetico. E’ possibile che il malore che gli ha fermato il cuore sia connesso a questa patologia. Sotto i riflettori finisce, inevitabilmente, anche la persona che ha trascorso la giornata con lui. Com’è possibile che l’abbia perso di vita in quel modo? E soprattutto: perché chiamare subito i carabinieri per segnalare la scomparsa? Gli agenti del vicequestore Luca Perrone hanno contattato questa persona, sarà interrogata nelle prossime ore. Poi c’è l’autopsia da eseguire: l’evidenza medico-scientifica darà le prime risposte. Qualche risposta dovrà darla anche la comunità “Il Cedro”, visto che la morte è arrivata poche ore dopo l’espulsione. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova