Este, atti sessuali continuati sulla giovane badante: condannato a tre anni e 6 mesi

Moreno Greggio è stato invece assolto assieme alla moglie  dalle accuse di maltrattamento e abbandono di sua madre
SBRISSA-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ESTERNI TRIBUNALE DI PADOVA
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SANT’ELENA

Era stata assunta “in nero” per assistere un’anziana. Lei, all’epoca dei fatti 27enne di origine moldava, si stava affezionando alla signora che era stata chiamata ad accudire. Ma fin dai primi giorni del servizio, il figlio aveva cominciato a coltivare nei suoi confronti atteggiamenti pesanti e insistenti. Fino a metterle le mani addosso. Ieri è arrivata la condanna per atti sessuali continuati nei confronti di Moreno Greggio, 61enne di Sant’Elena in via Busatte: 3 anni e 6 mesi di carcere con l’interdizione dai pubblici uffici e il pagamento di un risarcimento di 10 mila euro (oltre alle spese legali) a favore della vittima. Vittima che si era costituita parte civile tutelata dall’avvocato Eva Vigato.



Il tribunale di Padova, invece, ha assolto “per non aver commesso il fatto” Greggio dalle accuse (sempre nei confronti della mamma, classe 1927) di maltrattamenti e di abbandono di incapace. Accuse pesantissime che la procura aveva contestato anche a carico della moglie di origine russa, Aksana Tokar, 42 anni. Accuse ritenute non provate dai giudici come reclamato dal difensore l’avvocato Andrea Sartorelli.



È l’estate del 2012. V.L., un figlio a carico, viene contattata in Moldavia da Greggio che le propone il lavoro di assistenza in cambio di un piccolo stipendio. Lei accetta: inizia il 4 luglio ma finisce poco dopo, il 2 agosto. Esperienza brevissima e da dimenticare: da una parte è di continuo molestata da Griggio che la tocca a ogni occasione, si struscia addosso tentando di abbassarle i pantaloni; dall’altra è infastidita dai continui maltrattamenti ai quali sarebbe sottoposta l’anziana a lei affidata, spesso lasciata sola perché figlio e nuora vanno a ubriacarsi. I carabinieri avviano un’indagine: quelle parole sembrano trovare sostegno in voci che girano in paese. Ma, alla verifica processuale, non reggono. In aula il medico di famiglia spiega che l’anziana aveva ossa e pelle fragili, facili ad avere piccole emorragie: mai riscontrate lesioni da maltrattamenti sul suo debole corpo. —

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