Etichette “spauracchio” nel vino, la rivolta di Coldiretti parte da Padova
La Commissione vuole inserire frasi come “Nuoce gravemente alla salute”. Lorin: «Scelta
ideologica, siamo pronti a scendere in piazza»
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Frasi allarmistiche come “Il vino nuoce gravemente alla salute” stampate sulle bottiglie: è tra le proposte della Commissione UE contenute nel documento di lavoro dei servizi (Staff Working Document) pubblicato il 4 febbraio dalla Direzione Generale per la Salute e al Sicurezza Alimentare, in preparazione della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro. Il vino, insomma, come le sigarette.
I viticoltori padovani sono sul piede di guerra contro quella che ritengono da parte dell’Unione Europea “una follia tutta ideologica”.
La protesta
«Siamo pronti a scendere in piazza contro queste scelte senza fondamento scientifico, che non distinguono tra consumo consapevole e abuso» tuona Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova, «non è certamente l’Europa che vogliamo né quella che vogliono le nostre imprese agricole e vitivinicole e nemmeno i nostri consumatori. Siamo pronti a scendere in piazza per difendere con forza la qualità dei nostri vini, certificata lungo tutta la filiera. Per Padova e provincia stiamo parlando di 3.400 aziende che lavorano su 8.500 ettari di vigneto e nel 2024 hanno raccolto 1,1 milioni di quintali d’uva, in stragrande maggioranza a marchio di origine di qualità. Un patrimonio unico, che non può essere svilito da scelte miopi e ingiustificate».
Coldiretti e Filiera Italia che pochi giorni fa hanno inviato una lettera per sottolineare l’inaccettabile proposta alla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e ai commissari Raffaele Fitto, Cristophe Hnasen e Olivér Vàrhelyi, sottolineano: «L’Unione Europea invece di penalizzare un settore come il vino dovrebbe promuoverlo, mentre rimanda da anni un provvedimento fondamentale per la trasparenza e la salute come l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti».
L’ultima vendemmia
La vendemmia 2024 si è chiusa in provincia di Padova con 1.105.000 quintali di uva raccolta, in leggera flessione rispetto all’anno precedente.
Nel dettaglio sono stati raccolti oltre 700 mila quintali di uva coltivata con sistema convenzionale, 328 mila con certificazione Sqnpi e oltre 77 mila di biologico. Confermata l’ottima qualità dei rossi. Fra i vini a marchio Doc o Docg, oltre al primato prevedibile di Prosecco e Pinot Grigio, il Colli Euganei Doc nel 2024 presente su 586 ettari di vigneto, ha superato i 17 mila ettolitri, mentre il Colli Euganei Fior d’Arancio Docg, 167 ettari di vigneto, conta 5.400 ettolitri e il Friularo Docg, presente su poco più di 15 ettari, ha superato i 900 ettolitri. Più dell’80% del vino prodotto nel Padovano è a marchio Doc e Docg, il biologico si attesta sui 680 ettari mentre i vigneti coltivati con il sistema di qualità nazionale e produzione integrata (Sqnpi) superano i 1.900 ettari. —
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