Per autisti e netturbini di Etra via alle lezioni di educazione fisica

Con il supporto dell'Università di Padova, l'iniziativa prevede ginnastica mirata per prevenire disturbi muscoloscheletrici, rispondendo alle esigenze di chi svolge un lavoro fisico intenso

Silvia Bergamin
Un operatore ecologico
Un operatore ecologico

La raccolta porta a porta dei rifiuti è un servizio essenziale, ma per chi lo svolge ogni giorno è anche una sfida fisica notevole. Gli autisti e raccoglitori di Etra, azienda multiutility che opera in 66 Comuni, affrontano quotidianamente uno sforzo intenso, con il rischio concreto di sviluppare patologie muscoloscheletriche.

Per rispondere a questa problematica, Etra ha lanciato un progetto innovativo di promozione della salute, un'iniziativa che mira a prevenire disturbi dell'apparato locomotore attraverso un programma mirato di attività motoria. L'azienda ha già investito nel miglioramento del parco mezzi, introducendo veicoli a carico laterale per ridurre l'impatto ergonomico del lavoro.

Tuttavia, il rischio di malattie professionali rimane alto, specie per i lavoratori con molti anni di servizio. Per questo, con il patrocinio del Dipartimento di Medicina dell'Università di Padova, è stato avviato un progetto strutturato e scientificamente fondato per tutelare la salute del personale.

Il programma è coordinato da un team di esperti, tra cui il professor Giovanni Battista Bartolucci, il professor Marco Bergamin e i responsabili aziendali della sicurezza e dell'ergonomia. «Etra riconosce nei propri dipendenti una risorsa fondamentale da tutelare e valorizzare», spiega il presidente Flavio Frasson. «Per questo abbiamo scelto di attivare un percorso preventivo basato su attività motoria, in collaborazione con l'Università di Padova».

Il progetto si sviluppa in due fasi. La prima prevede una formazione sugli stili di vita, con indicazioni su alimentazione equilibrata e l'importanza dell'attività fisica. Verranno inoltre insegnati esercizi mirati al rinforzo della colonna vertebrale e delle spalle, le aree più colpite da problemi muscoloscheletrici.

La seconda fase, su base volontaria, coinvolgerà un gruppo di lavoratori in un ciclo di attività motoria di 12 settimane, con sessioni dopo il turno di lavoro in locali aziendali attrezzati. «Il nostro obiettivo è mettere al centro il lavoratore e la sua salute. L'attività motoria», sottolinea Bergamin, «se sviluppata in modo corretto, può fare la differenza nella prevenzione di patologie muscoloscheletriche».

Anche Antonella Argenti, presidente del Consiglio di Bacino Brenta per i rifiuti, ha evidenziato l'importanza dell'iniziativa: «I raccoglitori garantiscono il decoro delle nostre città con un lavoro faticoso, tutelare la loro salute è essenziale».

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