Evasione da 3,8 milioni di euro: a processo i vertici di Ecosider

Rubano, contestate dichiarazioni fraudolente a cinque membri della famiglia Verza, titolare dell’azienda P

RUBANO. Ancora guai giudiziari per la famiglia di imprenditori Verza, titolari di Ecosider srl, ditta con sede legale a Rubano in via della Provvidenza e stabilimento ad Arino di Dolo. E sempre per evasione fiscale.

Un’evasione milionaria fra il 2009 e il 2011 pari a 3.824.193 euro di Ires (imposta sul reddito delle società) e a 5.973.824 euro di Irpef evasa (imposta sul reddito delle persone fisiche), sempre per lo stesso triennio.

Davanti al giudice Laura Alcaro finiranno a processo il prossimo 11 ottobre Francesco Verza, 74 anni, presidente del consiglio di amministrazione e consigliere delegato della ditta; il consigliere delegato Pietro Oscar Verza, 71; i rispettivi figli nella veste di soci in quanto proprietari di quote societarie Massimiliano, 36, Alessandro, 43 anni, e Stefano 42, tutti di Rubano, difesi dal penalista Luigino Martellato.

I cinque devono rispondere di cooperazione continuata in dichiarazione fraudolenta perché avrebbero evaso per quasi 4 milioni di euro l’Ires attraverso l’impiego di autofatture per operazioni inesistenti (l’acquisto di rottami metallici da privati).

Con il ricorso a un meccanismo contabile particolare, ovvero registrando i documenti nelle scritture contabili obbligatorie per utilizzarli come prova nel caso di eventuali verifiche da parte dell’amministrazione finanziaria.

Per quanto riguarda l’Irpef la posizione è più articolata e riguarda solo tre esponenti della famiglia, accusati di dichiarazione infedele dei redditi tra il 2009 e il 2011, in quanto avrebbero indicato elementi passivi inesistenti (cioè perdite che non c’erano).

Nonostante un reddito di capitale pari al 25% dei maggiori ricavi non dichiarati di Ecosider, Francesco Verza è chiamato in causa per un’evasione complessiva di 1.494.306 euro (350.968 euro evasi nel 2009, 801.785 nel 2010 e 341.553 nel 2011).

Al fratello Pietro Oscar Verza viene contestata un’evasione Irpef per 2.985.212 euro a fronte di un reddito di capitale pari al 50% dei maggiori ricavi non dichiarati da Ecosider (700.426 euro per il 2009, 1.602.054 per il 2010 e 682.732 euro per il 2011.

Massimiliano Verza deve rispondere di un’evasione Irpef di 1.489.397 euro, pur in presenza di un reddito pari al 25% dei maggiori ricavi non dichiarati della società di famiglia (346.930 euro nel 2009, 801.343 per il 2010 e 341.124 per il 2011).

L'inchiesta è stata avviata dal pm Roberto D’Angelo in seguito a una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate nell’ambito dei consueti accertamenti nei confronti di un’azienda (e di una famiglia) già finite nel mirino dei controlli fiscali. E dei successivi accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche.

I 5 erano già finiti a processo per lo stesso reato negli anni 2006-2007. Ecosider è nata oltre trent’anni fa ed è specializzata nelle demolizioni industriali e nella frantumazione dei rifiuti ferrosi e non ferrosi nonché nella loro lavorazione per recuperarli e rivenderli.

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