Evasione milionaria, Gbr Rossetto al contrattacco: "Sono quattro anni che cercano prove"

PADOVA. «Ogni sei mesi prorogano con nuove scuse l’inchiesta che dura da quattro anni... Noi non abbiamo rubato niente», risponde l’imprenditore padovano Antonio Rossetto al vertice di Gbr, raggiunto al telefono mentre si trovava in vacanza in Sardegna,
«Abbiamo uno stuolo di fiscalisti a livello internazionale, come lo studio Valente» osserva, «e non abbiamo mai lesinato a investire per proteggere l’azienda». La difesa è a tutto campo.
Antonio Rossetto è deciso a difendere il suo operato e l’attività dell’azienda padovana. «La prima verifica è del 2016: la Guardia di Finanza ha fatto irruzione in azienda e a casa di mia sorella. Sono rimasti sei mesi e hanno chiuso un verbale a zero, non trovando nulla» aggiunge, «È partita una rogatoria per San Marino e in Austria, hanno trovato 33 mail tra Gbr e Binal, poi ci sono state altre verifiche alla Jeko (l’azienda con sede in Austria), due alla Binal e un’altra alla Gbr».
Insomma quattro anni nel mirino. Ed è arrivata la contestazione fiscale sul piano penale. Antonio Rossetto ha preferito affidare ulteriori precisazioni ai suoi legali, spiegando che sarebbe stata inoltrata «una presa di posizione dal mio avvocato Cristina Caraccioli (che mi rappresenta nelle indagini penali)».
L’avvocato Caraccioli e il collega Salvatore Mattia dello studio legale tributario Valente associati di Milano hanno scritto precisando che si tratta di indagini pendenti. In particolare i legali insistono parlando di «indagini in corso senza che sia stata formalizzata nei confronti dei nostri assistiti alcuna accusa processuale definita con apertura di processo penale e o definizione di alcuna sentenza penale di condanna» si legge nel testo, «Trattasi peraltro di notizie del tutto false, tendenziose, con uso distorto della realtà, diffamatorie e lesive dell’onorabilità e della serietà, nonché con grave ed immanente danno di immagine, sotto il profilo commerciale ed industriale del signor Antonio
Rossetto».
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