Fa operare un “esterno” il primario va a processo

Rinviato a giudizio il professor Midena direttore della Clinica oculistica Imputato anche il libero professionista Francesco Bisantis con un collega
Di Cristina Genesin

L’affaire della sala operatoria finisce a processo. L’1 dicembre prossimo compariranno davanti al tribunale di Padova il professor Edoardo Midena, 60 anni di San Donà di Piave (difensore l’avvocato Antonio Forza), con l'oculista libero professionista Francesco Bisantis (avvocato Giorgio Gargiulo), 49 anni di Padova e il dirigente medico del reparto Stefano Piermarocchi (avvocato Michele Godina), 62 anni di Padova: l’accusa contestata ai primi due è di abuso d’ufficio (avrebbero violato gli obblighi di imparzialità e di trasparenza cui dev'essere improntata l'attività della Pubblica amministrazione come il divieto di utilizzare beni pubblici per fini privati), mentre solo il terzo (Piermarocchi) deve rispondere di falso ideologico. Vicenda complessa. E di sicuro ci sarà battaglia in aula. Secondo la contestazione del pubblico ministero Sergio Dini, tra il 2007 e il 2012 il direttore della Clinica avrebbe consentito a Bisantis – libero professionista, non strutturato cioè non dipendente dell’Azienda ospedaliera, figlio del professor Cesare Bisantis, già primario dell’Oculistica e suo maestro – a svolgere almeno cinque interventi chirurgici di cataratta (cinque risulterebbero quelli documentati) su altrettanti pazienti che frequentavano il suo ambulatorio privato. Interventi eseguiti nelle sale operatorie della Clinica (e con la strumentazione in dotazione) che, all'epoca dei fatti, si trovavano nell'ospedale Busonera oggi sede dello Iov (Istituto Oncologico del Veneto). Il dottor Piermarocchi, che fa parte dell’équipe della Clinica oculistica, avrebbe redatto alcune cartelle cliniche assumendosi la paternità di quegli interventi come "primo operatore" e non facendo così apparire la presenza del collega libero professionista, sempre in base alla pubblica accusa: ecco perché è accusato di falso ideologico in quanto commesso su un atto pubblico da un pubblico ufficiale qual è il medico nell’esercizio delle sue funzioni. Ieri davanti al gup Domenica Gambardella, chiamata a decidere se spedire a processo Midena e Bisantis, i difensori hanno scelto il giudizio immediato: il che significa che hanno evitato la pronuncia del gup per affrontare direttamente il processo. Rinviato a giudizio, invece, Piermarocchi che aveva affidato ogni decisione al giudice chiamato a “filtrare” le richieste della procura. Ora spetterà al giudici del tribunale dirimere la matassa dove, di sicuro, eventuali fatti penalmente rilevanti - qualora siano accertati in sede giudiziaria – si mescolano a contrasti personali e tensioni nell’ambiente di lavoro. La denuncia era partita da un medico della Clinica che aveva trasmesso un esposto all’allora direttore generale dell’Azienda Adriano Cestrone. E quest’ultimo l’aveva inviata in procura. Al momento l’Azienda ospedaliera non ha ritenuto di costituirsi parte civile. Dalle carte, risulterebbe che il dottor Bisantis era stato autorizzato a partecipare a un progetto di ricerca sulla cataratta grazie al quale aveva ottenuto le credenziali per accedere alle sale operatori e alle password con cui disporre di documentazione sanitaria.

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