Fa paura la piena del Muson dei Sassi «È stata allertata la Protezione civile»

Il presidente provinciale Bui: «L’emergenza provocata dalle forti precipitazioni a Castelfranco e sopra Asolo» 

CAMPOSAMPIERO

L’emergenza Muson dei Sassi è scattata ieri verso le 15: una bomba d’acqua caduta tra Asolo e Monfumo e temporali a ripetizione dalla Castellana fino al Camposampierese hanno ingrossato il torrente oltre i livelli di guardia. Alle 18.50 la stazione di rilevamento del Consorzio di bonifica “Acque Risorgive” , posizionata in via Cime all’intersezione tra il torrente Muson dei Sassi ed il fiume Muson Vecchio, segnava il livello di 24.92 metri per l’uno e di 20.83 metri per l’altro, in crescita ulteriore. «Siamo molto preoccupati», il commento del presidente della Provincia e sindaco di Loreggia Fabio Bui, presente fin dall’inizio dell’emergenza lungo l’argine del Muson dei Sassi. L’incubo dell’alluvione del 1998, a Loreggia, ritorna ogni volta che dal cielo si rovesciano temporali “a secchiate”, come accade sempre più di frequente.

«La Protezione Civile è stata allertata immediatamente lungo tutta l’asta del Muson», spiega Bui. «Al momento la situazione è sotto controllo ma la preoccupazione nasce dall’incertezza di quanta acqua arriverà da monte e dal cielo, nelle prossime ore». Sono bastate infatti tre ore di pioggia consistente a far salire il livello dei fiumi nel Camposampierese e in particolare del Muson dei Sassi.

«L’emergenza nasce dalle forti precipitazioni nella zona a nord di Castelfranco Veneto e nell’area sopra Asolo, da dove continua ad arrivare a valle una notevole quantità di acqua. Tutti gli uomini della Protezione Civile del Camposampierese sono stati allertati e sono in grado di intervenire in pochi minuti. Ci auguriamo che le piogge possano cessare o ridursi di intensità nei prossimi giorni, perché una situazione come quella attuale desta forte preoccupazione», continua il presidente Bui che ha parlato di “piena straordinaria” per il Muson. Ciò che tiene maggiormente in ansia la popolazione della zona attraversata dal Muson dei Sassi, a differenza degli anni scorsi, è la rapidità della crescita del livello del torrente e dei fiumi in generale. «Queste bombe d’acqua sono fenomeni che stanno diventando caratteristici del nostro clima. Non possiamo prevederne l’intensità e la frequenza e quindi l’emergenza è sempre possibile», commenta Bui.

Come ieri, quando, fino al primo pomeriggio la situazione climatica era assolutamente tranquilla salvo poi cambiare rapidamente, in poche ore o addirittura minuti. «Continueremo il monitoraggio tutta la notte e nei prossimi giorni», assicura Fabio Bui dall’argine del Muson dei Sassi da dove tante volte, in questi ultimi vent’anni, si è ritrovato con le tute fluorescenti della Protezione Civile a osservare lo scorrere minaccioso dell’acqua.

Dal 1998, anno della rottura del Muson dei Sassi a Loreggia, i lavori di rinforzo degli argini, indeboliti anche dal proliferare delle nutrie, hanno interessato quasi tutti i Comuni fino a Cadoneghe. Tuttavia, la massa d’acqua che, durante la piena, attraversa il Camposampierese fino alle porte di Padova, mette sempre paura. —

Francesco Zuanon

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