«Facciamo il tram senza le Ferrovie»
Lorenzoni respinge l’offerta di co-finanziamento per il Sir2 e insiste per nuove soluzioni: «La rotaia non è un obbligo»

C’è tempo e ci sono i soldi per altre due linee del tram. Con queste certezze in tasca, il vicesindaco Lorenzoni prepara la valigia per l’incontro di Roma con i tecnici del ministero, in programma per la settimana prossima. E può permettersi un paio di puntualizzazioni che dovrebbero mettere a tacere tante voci. La prima: «L’unica scadenza stretta è quella per la presentazione del cronoprogramma, ma il cantiere deve essere aperto solo (si consideri detto tra virgolette, dato il tono,
ndr
) alla fine del 2020». La seconda: «L’offerta di Ferrovie dello Stato per il cofinanziamento della terza linea ci fa piacere, ma contiamo di replicare anche per quella lo schema della seconda». Ossia, di incassare dal ministero delle Infrastrutture i 120 milioni necessari per il Sir2 che collegherà Rubano e la stazione da una parte e la stazione e Ponte di Brenta dall’altra. Dunque il messaggio è cortese ma fermo: grazie per l’offerta ma facciamo da soli.
L’altro ieri, intervenendo a Venezia alla presentazione della nuova flotta di treni per il Veneto, l’amministratore delegato delle Ferrovie, Renato Mazzoncini, aveva ipotizzato un’operazione sul modello della metro 5 di Milano: «Noi potremmo mettere la quota di investimento non coperta da finanziamento pubblico, indebitandoci al posto del Comune, che non può farlo, in una logica di project financing», aveva detto. Per le Ferrovie, che controllano Busitalia Nord e anche, con il 55% delle quote, Busitalia Veneto, sarebbe un’operazione interessante anche in prospettiva di una eventuale gestione del trasporto locale dopo la gara europea. Ma Lorenzoni preferisce fidarsi delle promesse di Delrio: «I soldi dovrebbero esserci e non c’è ragione per cui dobbiamo far ricorso a un finanziamento privato. Apprezziamo molto la disponibilità manifestata da Mazzoncini, ma crediamo che l’operazione avviata con il Sir3 si possa ripetere anche per il Sir2». Dopo i 56 milioni ottenuti per il collegamento con Voltabarozzo, dunque, da Roma arriveranno anche i 120 - milione più, milione meno - per l’asse orizzontale Ponte di Brenta-Rubano.
Se sarà un tram modello Translohr o altro, invece, Lorenzoni non sa dirlo. E qui il vicesindaco scandisce bene le parole: «La scadenza fissata dal ministero incombe solo per la presentazione del cronoprogramma, ma abbiamo piena di libertà nella valutazione della soluzione progettuale più adeguata. La rotaia non è un obbligo, nessuno ci ha imposto di costruire una linea identica a quella che c’è già. Perciò esploriamo anche altre ipotesi, compresa quella del trasporto su gomma. L’unico paletto, come abbiamo detto tante volte, è la necessità di trasportare 2.500 persone all’ora nelle fasce di punta. In questo senso la gomma non ci dà margine, ma non è detto che sarà sempre così. Escono continuamente nuove macchine e noi saremo molto attenti alle alternative». Nell’incontro di Roma la scelta della soluzione progettuale non sarà dunque al centro dell’attenzione. «Andiamo per mettere a punto i dettagli della convenzione per l’assegnazione dei fondi», conclude Lorenzoni. «E approfitterò per prendere informazioni anche sul finanziamento della terza linea».
(cric)
Argomenti:trasporti
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