Famiglia di Meolo precipita nella solfatara: morti padre, madre e figlio di 11 anni

Massimiliano Carrer, 45 anni; Tiziana Zaramella, 42 anni, la moglie; e il piccolo Lorenzo hanno perso la vita finendo nel fango bollente. Si salva solo il secondogenito di 7 anni. Era il loro ultimo giorno di vacanza
Tre morti in un cratere della Solfatara a Pozzuoli
VENEZIA. Sarebbero dovuti tornare oggi a Meolo per il primo giorno di scuola dei figli. E invece sono stati inghiottiti in un cratere della Solfatara di Pozzuoli, nelle ultime ore della loro vacanza. Massimiliano Carrer, di 45 anni, e la moglie Tiziana Zaramella, di 42, sono scivolati nella buca nel tentativo di salvare il figlio Lorenzo, di 11, che si era allontanato per andare a curiosare come fanno i bambini della sua età, e poi è caduto nella voragine che lo aveva incuriosito, profonda circa due metri e mezzo. Il figlio più piccolo della coppia, 7 anni, è rimasto lì, fermo a guardare, prima di scoppiare in lacrime e venire soccorso da un pizzaiolo di Pozzuoli, Diego Vitagliano: «Ho visto un bambino correre piangendo, ma non pensavo di trovarmi di fronte a questa tragedia»
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Le urla disperate del piccolo sopravvissuto: «Mamma, papà, Lorenzo. Dove siete? »
I corpi coperti da un telo alla Solfatara di Pozzuoli dove tre persone sono morte all'interno del cratere a Pozzuoli (Napoli), 12 settembre 2017. ANSA/CIRO FUSCO
 
La famiglia abitava al confine tra Meolo e Fossalta di Piave. Lui ingegnere informatico, lei addetta ai controlli all'aeroporto Marco Polo per la Triveneta Sicurezza. Un lavoro part-time che le permetteva di prendersi cura della famiglia e della vecchia casa colonica ristrutturata ai confini tra Meolo e Fossalta di Piave, rimessa in piedi proprio da Massimiliano. Prima dell'inizio delle scuole la famiglia aveva deciso di trascorrere quattro giorni di vacanza a Napoli, e con i bambini era sembrata una bella idea visitare il vulcano dei Campi Flegrei, la magia dei fumi e l'acqua che ribolle che incanta ogni anno migliaia di visitatori.
 
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La tragedia verso le 12, poco dopo che i quattro avevano cominciato a visitare il parco del vulcano.Ai limiti della fangaia - un'area melmosa chiusa da una staccionata perché non praticabile e dove la terra ribolle - sembra che Lorenzo, forse per vedere meglio, si sia sporto avvicinandosi a un cratere, apertosi di recente, e che era delimitato e segnalato, ma evidentemente comunque accessibile. È bastato un passo in più e il bambino è finito nella voragine profonda circa due metri e mezzo.
 
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Una voragine già esistente ma che potrebbe essersi allargata a causa dell'intensa pioggia caduta negli ultimi giorni nel Napoletano. Nel tentativo di salvare Lorenzo, il padre si è lanciato e sporto, e lo stesso ha fatto subito dopo la madre. Pochi minuti e non c'è stato più nulla da fare, mentre il piccolo di 7 anni è rimasto immobile, e poi è scoppiato in lacrime. In fondo alla buca padre, madre e figlio maggiore sono stati uccisi probabilmente dalle esalazioni: la certezza la potrà dare solo l'autopsia disposta dal sostituto procuratore di Napoli, Ilaria Barone Mancusi.Sulla tragedia ha aperto un fascicolo, per il momento senza ipotesi di reato. La famiglia stava visitando il parco della Solfatara da sola, senza aver aderito a visite organizzate o comitive, ma i soccorsi sarebbero stati comnuqe veloci, perché più di qualcuno si è accorto di quel bambino solo che chiedeva aiuto.L'allarme è stato lanciato dalla direzione della Solfatara - un'area vulcanica gestita da privati - alle 12.07, spiega l'Azienda sanitaria Napoli 2 Nord, richiedendo l'intervento al 118.
 
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Nel frattempo le persone che si trovavano all'interno del parco di 33 ettari sono state fatte uscire, e sono stati chiusi tutti gli accessi all'area. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i poliziotti del commissariato di Pozzuoli e anche gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «I sanitari del 118, partiti dall'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, giunti sul posto», ha spiegato l'Usl di Napoli, «hanno verificato l'impossibilità di mettere in atto alcun intervento di soccorso». Per i tre non c'era nulla da fare: l'ipotesi è che la voragine fosse satura di anidride carbonica.
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Sono stati i vigili del fuoco a recuperare le salme, dopo che il piccolo di 7 anni era stato portato via, e affidato agli assistenti sociali del Comune di Pozzuoli, in attesa dell'arrivo dei familiari. «Abbiamo cercato di tranquillizzare il piccolo, ovviamente era molto scosso», ha raccontato Armando Guerriero, il gestore del bar che dal 1931 sorge di fronte all'ingresso della Solfatara: «Di continuo ci ha chiesto che fine avevano fatto la mamma, il papà e il fratello. Sono qui da quarant'anni e un incidente del genere non è mai accaduto».La madre di Tiziana ieri sera è partita da Meolo per raggiungere il nipote, unico superstite della tragedia che ha colpito la famiglia, e con lei anche la sorella di Tiziana e il marito.
 
I Carrer avevano abitato a Torino ma vivevano a Meolo, vicino a San Donà di Piave, zona di cui il padre era originario e in cui era tornato ad abitare con la famiglia. Massimiliano era architetto, mentre Tiziana aveva trovato lavoro nel 2014 alla Triveneto sicurezza, una delle società che di security dell'aeroporto internazionale "Venezia Marco Polo" di Tessera. 
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La Solfatara è uno dei vulcani dei Campi Flegrei, comprensorio a nord di Napoli costituito da circa 40 antichi vulcani. E' un'oasi naturalistica di 33 ettari di estensione da sempre meta di turisti. Conta la presenza, oltre che dei noti fenomeni vulcanici, come le fumarole, le mofete ed i vulcanetti di fango, anche di zone boschive e di zone di macchia mediterranea nonchè di alcune singolarità naturali, geologiche, botaniche e faunistiche.
 
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Uno dei fenomeni della Solfatara più appariscenti è quello della condensazione del vapore acqueo che si determina avvicinando ad una fumarola una piccola fiamma: i vapori appaiono progressivamente più intensi poichè sia le minute particelle solide prodotte dalla combustione sia gli ioni dei gas atmosferici prossimi alla fiamma agiscono da nuclei di condensazione del vapore stesso.
 
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C'è poi il rimbombo del suolo: un masso lasciato ricadere al suolo da piccola altezza, in alcuni punti del cratere, determina un cupo rimbombo che crea la sensazione che vi siano delle grandi cavità sotterranee. In realtà si tratta di micro cavità prodotte dai gas delle fumarole in un terreno di sua natura abbastanza poroso. Le principali attrazioni turistiche sono: la Fangaia, la Bocca Grande - ovvero la fumarola principale -, il Pozzo dell'acqua minerale e le vecchie Stufe o saune naturali. 
 
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