Sciopero da Feltrinelli a Padova: «Paga troppo bassa»

Adesione all’80 per cento in città, ma coinvolto tutto il gruppo: «Dopo 24 anni stipendio a 1.400 euro, i nuovi a 1.200»

Felice Paduano
La protesta dei dipendenti di Feltinelli a Padova
La protesta dei dipendenti di Feltinelli a Padova

Chiedono di essere pagati e trattati come librai e non come semplici commessi di un supermercato. Questa la premessa socio-culturale che, lunedì 17 marzo, ha spinto i lavoratori e le lavoratrici delle sedi Feltrinelli di via San Francesco, angolo Riviera Ponti Romani e del Centro Giotto, in via Venezia, ad aderire in modo massiccio allo sciopero dei 1.200 dipendenti, a livello nazionale, delle librerie Feltrinelli.

L’adesione in città è stata dell’80%. È risultata molto alta anche nelle altre città italiane. Specialmente nelle librerie di Milano, Roma e Napoli-Piazza dei Martiri. La protesta è stata indetta da Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil ed Uiltucs-Uil per sollecitare il rinnovo del contratto integrativo, che la controparte vorrebbe rinnovare facendo addirittura un passo indietro rispetto allo status attuale.

Lunedì mattina i dipendenti, quasi tutti iscritti alla Filcams, hanno effettuato un lungo sit-in, dalle 10 alle 12, davanti all’ingresso della libreria in centro storico, che era coordinato dalla segretaria provinciale Marquidas Moccia e dal delegato Maurizio Sabbadin.

«In Feltrinelli gli stipendi ancora oggi sono molto bassi nonostante l’inflazione galoppante degli ultimi anni» ha detto Sabbadin «Ci lavoro da 24 anni e forse sono la figura più popolare della libreria. A fine mese porto a casa solo 1.400 euro. I nuovi assunti ricevono un salario tipico del terziario e del commercio in genere, che oscilla intorno ai 1.200 euro. Troppi pochi soldi per vivere sempre a testa alta con dignità. Eppure svolgiamo ogni giorno il nostro lavoro con una grande professionalità e con una cultura di base che dobbiamo aggiornare mese dopo mese».

A muso duro anche il giudizio di Marquidas Moccia. «All’interno del Gruppo Feltrinelli le cose non vanno bene da troppi anni» ha osservato la segretaria della Filcams– Cgil «Il buono pasto è fermo a sei euro. Una cifra insufficiente per pranzare fuori casa. L’azienda non vorrebbe riconoscere il rinnovo del contratto nazionale integrativo ai nuovi assunti. Specialmente a quelli che sono entrati in Feltrinelli negli ultimi due anni. Di fatto vorrebbe creare lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Quest’anno il gruppo librario più famoso d’Italia festeggia i suoi primi 70 anni. Tale ricorrenza rischia di essere solo un’operazione di facciata se l’azienda continua ad ignorare i diritti e le richieste di chi, ogni giorno, ne garantisce il funzionamento con il proprio lavoro e con il proprio impegno professionale». 

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