Festa del Sacrificio per i musulmani. Si sono raccolti in preghiera allo stadio Colbachini di Padova

La prima preghiera alle 7.30 alla moschea Al Rahma di Ponte di Brenta. Poi, alle 8.30, allo stadio Colbachini, con il grande ritrovo di tutte le comunità musulmane padovane

Elvira Scigliano
NICOLA FOSSELLA
NICOLA FOSSELLA

PADOVA. Sono arrivati con calma, con il tappeto sottobraccio, chi da solo e chi con la famiglia. Si sono sistemati ordinatamente e con cura: gli uomini davanti, con i bambini; le donne dietro,  con le bambine, ma nello stesso grande spazio dello stadio dell’Arcella.

C’erano fedeli di origine nord-africana (Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto), ma anche provenienti dall’Africa nera (Nigeria e Camerun soprattutto) e poi dal Balgladesh e dall’Afghanistan.

La Festa del sacrificio di Abramo, la cosiddetta Eid-al-Adha, è la seconda celebrazione più importante per i musulmani: seconda solo al mese del digiuno, il Ramadan. 

In questo giorno si evoca l’episodio del sacrificio di Abramo riportato nel Corano (ma che conoscono bene anche gli ebrei e  i cristiani perché è narrato anche nella Bibbia,  con significative differenze): Abramo era pronto a sacrificare  il suo unico figlio per dimostrare a Dio la sua fede. Ma Dio risparmia il ragazzo e, al suo posto, accoglie il sacrificio di un animale. 

Eid al-Adha è dunque  tradizionalmente celebrata con il sacrificio simbolico di una pecora, capra, vitello o cammello. Poi, non meno importante, quel sacrificio ha un significato di condivisione: è una festa della generosità.

La carne risultante dai sacrifici è divisa in tre parti: un terzo per la famiglia, un terzo per i vicini e un terzo per i bisognosi.

Tuttavia oggi  molti (tutti in Italia)  preferiscono donare una somma di denaro in beneficenza.

Resta la parte gioiosa: la condivisione del cibo, il mangiare e festeggiare assieme. 

I festeggiamenti nelle case dei musulmani si prolungano  per tre giorni, durante i quali i fedeli di Allah fanno visita a parenti e amici, si scambiano regali e saluti. E ricordano gli antenati.

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