Festa sadomaso al castello, Valbona protesta e insorge

Decadence ha organizzato la serata e ha scelto ambientazioni “medieval times” suscitando un vespaio e reclami. Il sindaco: «Il frastuono? Veniva dal patronato»
Uno degli allestimenti curati da Decadence per gli eventi riservati ai suoi associati
Uno degli allestimenti curati da Decadence per gli eventi riservati ai suoi associati

LOZZO ATESTINO. «Tutto è permesso se avviene tra persone consenzienti: l’unico vero fil rouge è la buona educazione e il rispetto reciproco». È questa la regola numero uno di Decadence: un’associazione, un marchio, uno stile. Una serata evento, fatta di sottoculture, di perversioni e di trasgressioni che, venerdì scorso ha fatto tappa al castello di Valbona. E non senza polemiche.

La festa. Decadence è un format di eventi nato un decennio fa a Bologna e ormai esportato in mezza Europa. I partecipanti, rigorosamente invitati tramite sms pochi giorni prima, devono adeguarsi ad ambientazioni e atteggiamenti decisamente particolari: tra musica electro, industrial e gothic, gli ospiti indossano abbigliamenti tipici delle culture goth, fetish e sadomaso e si lasciano andare a pratiche tipiche del bdsm come il bondage, la dominazione e la sottomissione, il sadismo e il masochismo. Il tutto in un contesto aulico, fatto di scenari suggestivi (spesso queste feste sono ospitate da castelli o palazzi), di proposte culturali (con tanto di angoli di poesia o di pittura), di ospiti d’eccezione (ad esempio musicisti come Ivan Cattaneo o Andy dei Bluvertigo).

Il castello di Valbona, che ha ospitato l'evento
Il castello di Valbona, che ha ospitato l'evento

L'ultima tappa. Venerdì scorso è stata Valbona ad accogliere la nuova tappa di Decadence: nella pagina internet dedicata all’evento è tuttora indicata la scaletta dettagliata dei dj e degli artisti ospitati, il tipo di dresscode da adottare, le proposte della serata: oltre a pratiche più o meno note come il bondage, il programma cita esperienze come il “medieval times torture machines”, “absinthe bar” (letteralmente, bar in cui viene servito l’assenzio), “couple room e play area” (stanze in cui ricavare intimità e “giocare”), “shock, rare and hard videos”.

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Puccio Lacagnina, gestore del castello di Valbona

La protesta. Pare quasi scontato: in quasi ogni città in cui fa tappa, Decadence porta con sé una scia di polemiche. Nel 2011 l’organizzazione di questi eventi entrò in forte contrasto con l’Arci di Bologna costringendo il Decadence ad abbandonare la terra d’origine, mentre – tanto per rimanere in Veneto - quattro anni fa a San Polo di Piave intervenne pure il sindaco per bloccare l’evento. La festa di venerdì al castello ha agitato più di qualche residente: «Fino all’alba arrivavano rumori che ci hanno tenuti svegli per tutta la notte» denuncia Giovanni Toffano. «Era già successo l’anno scorso. l’ho fatto presente al Comune, ma ogni volta è la stessa storia. E poi, è possibile che l’amministrazione comunale permetta che un edificio storico come il castello sia teatro di orge e trasgressioni come venerdì?»

Il sindaco. «Quel luogo è privato», replica il sindaco Fabio Ruffin, «e in quanto tale non possiamo intervenire, se non per valutare che la quiete pubblica non venga turbata. L’evento si tiene a porte chiuse e, a dirla tutta, da una verifica è emerso che la confusione arrivava da una festa di giovani nel vicino centro parrocchiale, non dal party al castello».

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