Festival della salute globale: la globalizzazione tra diseguaglianze e diritto alla salute
Urbanizzazione dissennata, uso incontrollato delle risorse naturali, mercato globale poco regolamentato, crescita del divario economico tra ricchi e poveri, nuove diseguaglianze sociali hanno conseguenze anche sulla salute di milioni di persone.
LA SFIDA
La versione attuale della globalizzazione, da straordinaria opportunità di sviluppo e progresso, si sta trasformando in un movimento talvolta autodistruttivo. In realtà, una cosa che andrebbe realmente globalizzata è la salute, perché una delle più grandi sfide della medicina moderna resta, ancora oggi, la lotta alle diseguaglianze.
Infatti, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la Costituzione italiana indicano la salute come un diritto fondamentale, garanzia per il singolo e per la collettività. Malgrado i presupposti normativi, e nonostante il progresso scientifico della biomedicina e lo sviluppo tecnologico, permangono, anzi aumentano, diseguaglianze evitabili in termini di accesso ai servizi socio-sanitari, di aspettativa di vita e di mortalità per malattie, molte delle quali prevenibili e curabili.
Ciò si ritiene erroneamente limitato ai Paesi a risorse limitate, ma include anche i Paesi più ricchi, soprattutto in questo particolare momento storico caratterizzato da una complessa congiuntura internazionale, dal punto di vista sia economico- finanziario che geopolitico.
Il Festival
Per provare a dare delle risposte alle sfide attuali in tema di salute abbiamo ideato il Festival della Salute Globale. Un Festival che parli a un pubblico ampio della salute del mondo, e che racconti ai cittadini del nostro Paese cosa è stato fatto, cosa si sta facendo e cosa si deve ancora fare.
Un Festival per far emergere il rapporto che esiste fra malattie, guerre, povertà, ambiente, diritti, e che illustri le interconnessioni fra il terzo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile – quello legato alla salute – e gli altri, a partire dalla lotta alla povertà e alla fame, all’educazione, all’empowerment delle donne, al diritto all’acqua pulita – fino al sedicesimo, ovvero la promozione di società pacifiche e inclusive.
L’opportunità
Un Festival che sia anche un’opportunità di intelligence, perché i tradizionali metodi per affrontare le emergenze epidemiche non sono più sufficienti: occorre che virologi, infettivologi, epidemiologi ed esperti di sanità pubblica lavorino insieme.
Il nostro Paese possiede uno straordinario esempio di Salute Globale: un sistema sanitario universalistico. Mentre altri Paesi stanno privatizzando o smantellando i propri sistemi di assistenza, il nostro è basato su uno dei tanti alti principi della Costituzione: equità e salute come diritto. Il Festival, per questo, rivolge un’attenzione particolare alle categorie più fragili della popolazione italiana e straniera, perché la loro salute è anche la nostra.
Un Festival per comprendere come le malattie che una volta erano considerate tipiche dei Paesi ricchi siano ormai globalizzate, ma non lo sono altrettanto le cure e la prevenzione. Con ancora intollerabili differenze tra Nord e Sud del mondo, ma anche tra Nord e Sud del nostro Paese, e tra centro e periferie di una stessa città.
L’OBIETTIVO
Insomma, un Festival che spieghi chiaramente che la salute di tutti gli abitanti del pianeta non è soltanto un diritto fondamentale, ma riguarda da vicino anche la salute di chi vive nel nostro territorio. —
*direzione scientifica Festival della salute globale
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