Finanziamenti illeciti, condannata Giustina Destro, ex sindaco di Padova
PADOVA. L'ex sindaco di Padova Giustina Destro condannata a 8 mesi di reclusione e 30.000 euro di multa; Caltagirone condannato a 6 mesi di reclusione e 20.000 euro di multa.
Per entrambi pena sospesa e pagamento delle spese processuali.
Colpevole del reato di concorso in finanziamento illecito ai partiti. Anzi, Giustina Mistrello Destro più colpevole ancora del coimputato, l’imprenditore romano Francesco Caltagirone Bellavista, 76 anni, a capo del gruppo Acqua Marcia, «per il ruolo istituzionale e politico allora ricoperto che rende la sua condotta ancora più grave» aveva insistito il pm Maria D’Arpa davanti al giudice Beatrice Bergamasco.
Tra il 2006 e il 2010 "la signora della politica", che nella capitale aveva preso il posto della lady dei salotti romani Maria Angiolillo, avrebbe incassato 450 mila euro, regolarmente denunciati al Fisco, sborsati da Caltagirone attraverso quattro contratti di consulenza a favore di due società del gruppo Acqua Marcia.
Soldi pagati con bonifici accreditati in un conto corrente di Antoneveneta intestato a Giustina Destro.
Il primo contratto è stipulato il 26 giugno 2006, durata un anno e mezzo e compenso di 140 mila euro; il secondo è datato 7 gennaio 2008, sei mesi prorogati a un anno, pagato con bonifici per 80 mila euro; il terzo è del 7 gennaio 2009 per 80 mila euro; il quarto è datato 7 gennaio 2010 ed è siglato per un anno e un compenso di 150 mila euro. La giustificazione? L’individuazione di nuove iniziative in ambito portuale o commerciale, un “oggetto” vago, in realtà una consulenza mascherata che non ha mai avuto uno sviluppo concreto per le aziende del gruppo Acqua Marcia, ha spiegato la pubblica accusa.
"La sentenza rappresenta un esito inatteso. In due anni di processo, l’istruttoria ha ampiamente dimostrato un’attività diffusamente svolta dall’onorevole Giustina Destro quale ‘ambasciatrice’ del Gruppo Acquamarcia a fronte di forme contrattuali e pagamenti assolutamente leciti e trasparenti. Per questo, intendiamo ricorrere in appello per affermare le ragioni dell’ingegner Francesco Bellavista Caltagirone".
È quanto affermano in una nota gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Valentino Fracasso, legali dell’imprenditore.
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