«Fiore reciso» Spadafora assolto per Bartucca resta la pena di 8 anni
Vigonza. La Corte d’Appello cancella con un colpo di spugna la condanna a Giovanni Spadafora, 48 anni di Vigonza. Si tratta dell’operazione “Fiore Reciso” in merito alla quale l’imputato era stato condannato in primo grado a 7 anni (in continuazione con una condanna del 16 ottobre 2016) oltre al pagamento di 41.400 euro di multa. Il suo difensore, l’avvocato Paola Rubini, aveva chiesto l’assoluzione perchè sosteneva che il suo cliente fosse estraneo alle condotte ascritte. Il giudice ha sposato la richiesta ritenendo Spadafora estraneo e assolvendolo per non aver commesso il fatto. Cade per lui, quindi, l’accusa di autoriciclaggio, l’associazione a delinquere e l’accusa di aver emesso fatture per operazioni inesistenti. Di contro l’Appello ha confermato la pena di primo grado per il coimputato Antonio Bartucca, 50 anni, al quale venivano contestate le medesime accuse: 8 anni, 6 mesi, 10 giorni di carcere (in continuazione con una precedente condanna del 16 ottobre 2016) e 60 mila euro di multa. L’inchiesta – coordinata dal pm Benedetto Roberti – aveva smascherato un traffico di droga gestito dal clan guidato dai due, esponenti in terra veneta di famiglie in rapporti con la’ndrangheta calabrese (la ’ndrina di Isola di Capo Rizzuto, cosca ricca e potente del Crotonese). Gli affari erano gestiti nel capannone in uso a Bartucca a Vigonza, dove veniva lavorata la droga, trasferita dai due corrieri (definiti «cristiani seri» da un coimputato). I guadagni venivano riciclati, secondo l’accusa con l’appoggio dell’allora direttore e cassiere della filiale di Pionca di Vigonza di Banca Popolare di Vicenza (proprio questi rapporti sarebbero stati tenuti da Bartucca e Spadafora ne era all’oscuro). Per quest’ultimo resta in piedi la condanna ad un anno per traffico di droga, non appellata, visto che è reo confesso. —
Carlo Bellotto
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova