Fisica, un Nobel che è anche un po' padovano

PADOVA. «Sentiamo un po' anche nostro questo premio Nobel. Siamo soddisfatti del riconoscimento dato a Rainer Weiss, fondatore di Virgo, e a Kip Thorne, teorico della conoscenza sui buchi neri», insieme a Barry Barish.
A dirlo è Giovanni Prodi, del dipartimento di fisica dell'Università di Trento, coordinatore del gruppo Padova-Trento.
Rainer Weiss di MIT, Barry Barish e Kip S. Thorne (entrambi di Caltechch) sono i tre scienziati che il 3 ottobre 2017 sono stati premiati con il Nobel dall’Accademia Reale di Svezia per il ruolo di spicco che hanno avuto nella scoperta delle onde gravitazionali. Sono loro i promotori e i fondatori degli strumenti LIGO (Interferometer Gravitational-Wave Observatory), grazie ai quali è stata realizzata, il 14 settembre 2015, la prima misura di onde gravitazionali, a un secolo dalla loro previsione teorica nella Relatività Generale di Albert Einstein.
Nella scoperta, che ha rivoluzionato la scienza moderna, un ruolo di primo piano è stato giocato dall’Italia con l’interferometro Virgo che ha cominciato la presa dei dati a Cascina, vicino Pisa, nel 2007 in una stretta collaborazione con i due interferometri Ligo, in funzione già dal 2004 negli Stati Uniti: uno a Livingston in Louisiana e l’altro a Hanford nello stato di Washington.
E il primo ad aver visto la mail con la quale l’interferometro annunciava di aver osservato l’evento del 14 settembre è Marco Drago, un ricercatore di Padova che si trova ora in Germania e fa parte della collaborazione con Ligo.
»Sono stato io e i miei colleghi di Padova, Trento e Florida ad aver messo a punto l’algoritmo che valuta i dati raccolti dell’interferometro - ha spiegato Drago - e decide di inviare la mail di alert. In altre parole siamo stati noi a mettere su il sistema di allarme automatico attraverso il quale l’esperimento comunica i dati che vengono registrati dagli strumenti in tempo reale«.
Si tratta di un sistema molto complesso che raccoglie le misurazioni effettuate dagli strumenti. »Parliamo di variazioni davvero piccole - ha specificato il fisico padovano - dell’ordine del milionesimo di millimetro. Per cui dobbiamo essere estremamente precisi. Abbiamo disegnato un algoritmo che è in grado di rilevare segnali consistenti con possibili onde gravitazionali nel ciclo di queste misurazioni. In questo caso l’algoritmo attiva un sistema che invia in automatico una mail a un gruppo di persone che poi hanno il compito di interpretare l’anomalia riscontrata dal sistema«.
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