Il Folpo di Noventa delizia il Ministero e diventa prodotto tradizionale veneto
Con decreto firmato da Lollobrigida, il moscardino grigio cucinato nel vino rosso secondo la ricetta del 1600 è stato inserito nello speciale elenco con il nome della tradizione

Anche il ministro “s’inchina” al Re Folpo noventano. Con il decreto dell’11 marzo scorso, sottoscritto dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, si riconosce ufficialmente il moscardino grigio cucinato alla maniera di Noventa Padovana e lo si include quale nuovo prodotto tradizionale della zona nella 25ª revisione dell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali del Veneto.
Il decreto ne modifica addirittura il nome: da Folpo alla Veneta a Folpo di Noventa Padovana. La ricetta tipica del Folpo, cotto con le sue interiora e un bicchiere di vino rosso rigorosamente Cabernet Franc insieme agli aromi, è solo di Noventa Padovana.
Si chiude così l’annosa querelle tra il sindaco Marcello Bano e il fondatore del Festival della Cucina Veneta Paolo Caratossidis. Si deve infatti a quest’ultimo l’inserimento della ricetta nell’elenco del Ministero, dove però si trovava, fino a pochi giorni fa, con la denominazione “Folpo alla Veneta”. La ricetta del Folpo di Noventa Padovana risale al 1600 quando i nobili veneziani iniziarono a villeggiare in questo territorio. E ha delle particolarità che la identificano e la rendono unica. Nata a Venezia, migrata nell’entroterra ha subìto delle modifiche date dalle disponibilità alimentari locali. Nella ricetta dell’epoca veneziana non viene menzionato il Cabernet Franc che invece compare nella ricetta di Noventa Padovana.

Soddisfatto per questo riconoscimento l’assessore alla Fiera del Folpo (delega tutta noventana visto l’importanza del tema), Davide Iafelice, che ha fatto dell’upgrade della manifestazione che ogni anno richiama migliaia di visitatori lo scopo principale del suo mandato. Il clou è stato il gemellaggio con la città galiziana di O Carballiño, dando così un respiro europeo alla Fiera autunnale.
«L’albo nazionale dell’agroalimentare tradizionale», spiega Iafelice, «riporta i prodotti che vengono inseriti dalle regioni nei propri elenchi suddivisi per province. Circa un anno fa abbiamo saputo che la Regione Veneto, su richiesta di un privato, aveva creato una scheda dedicata al Folpo, dove però non si faceva menzione del nostro Comune. Ci siamo immediatamente attivati a difesa di una nostra eccellenza. È risultato che la ricetta presentata era in tutto e per tutto identica a quella del “Folpo di Noventa Padovana”, già registrata da anni come De.Co., denominazione comunale. Abbiamo quindi chiesto una doverosa rettifica alla Regione».
L’istruttoria degli uffici regionali aveva dato esito positivo già la scorsa estate. A marzo la chiusura del cerchio, con l’aggiornamento annuale del registro dei Pat, ovvero prodotti alimentari tipici, firmato dal ministro Lollobrigida. «Qualcuno ha scherzato sulla questione parlando di “guerra del folpo”», commenta ancora Iafelice, «ma per quanto possa far sorridere si tratta di un tema che ha riflessi importanti sulla vita del paese, sia sotto il profilo culturale che economico: sul “Folpo di Noventa” si gioca buona parte dell’identità e dell’attrattiva turistica della nostra comunità, e siamo orgogliosi di averne preservato il nome».
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