Fondazione Fontana Lorenzoni sotto attacco «Venga in commissione a chiarire ogni dubbio»

Il vicesindaco era a capo della onlus finanziata da aziende di Pipinato La sua replica: «Pronto a confrontarmi, non c’è nulla da nascondere» 
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - STABILE MEDIAWORLD
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Il caso

«Sono stati scoperti illeciti palesi a tutti. E ci sono figure politiche di primo piano, come Lorenzoni, Benciolini e Tagliavini, che devono chiarire bene la loro posizione. Potrebbero essere parti lese, ma vengano a spiegarlo in commissione». L’opposizione batte un colpo. E sulla vicenda dei fondi della società di Damiano Pipinato finiti in beneficenza alla Fondazione Fontana chiede che sia convocata l’ottava commissione, quella di garanzia, presieduta dall’M5S Giacomo Cusumano. Dal canto suo il vicesindaco replica serafico: «Non so se la commissione sia la sede adeguata, ma sono disponibile a dare ogni informazione nella massima trasparenza, non avendo nulla da nascondere».

Audizione pubblica

A farsi avanti per primo è proprio Cusumano: «Ho già inviato la richiesta di convocazione della commissione – spiega – È una richiesta di confronto pubblico fatta nel nome della trasparenza. Diamo loro una possibilità di dare una spiegazione ai dubbi dei cittadini». Il caso infatti è complesso: Damiano Pipinato, infatti, è socio assieme ai suoi 3 fratelli (Fabio, Daniela e don Gabriele, vicario episcopale delegato alla gestione dei beni) della Orden Properties, società inglese assorbita nel 2016 dall’italiana Dany Spa, proprietaria del capannone di “Mediaworld” in via Venezia. La Orden girava parte dell’affitto alla Fondazione Fontana, onlus fondata dallo stesso don Gabriele Pipinato, che ha visto come presidente dall’aprile 2014 al luglio 2017 Arturo Lorenzoni, che ha lasciato l’incarico con la nomina a vicesindaco. In Fondazione, come responsabile dei progetti educativi, lavora (oggi è in aspettativa) Francesca Benciolini, attuale assessore al decentramento e alla cooperazione internazionale. «Emerge una situazione poco chiara. Spero che si possa chiarire l’estraneità degli amministratori coinvolti – afferma Cusumano – Gli imprenditori che sottraggono decine di milioni al fisco sono il vero male dell’Italia».

Le critiche politiche

Ci sono poi due critiche politiche che i gruppi di opposizione mettono sul tavolo. «Se davvero non si sono accorti di nulla, della provenienza “opaca” di questi finanziamenti, come possono gestire un bilancio comunale?», chiede il leghista Alain Luciani, accompagnato dalla collega di partito Vera Sodero e da Enrico Turrin di “Libero Arbitrio”. «Pretendiamo trasparenza da chi si occupa di cosa pubblica», aggiunge la forzista Eleonora Mosco. Assieme a lei anche la consigliera Vanda Pellizzari. E poi il civico Ubaldo Lonardi: «Comincia a delinearsi quello che è accaduto nel 2017 e un certo ambito che si è creato in città per far cadere l’allora sindaco Massimo Bitonci. Diamo tempo al tempo», annuncia. Infine la preoccupazione sugli atti futuri: «Le società di Pipinato hanno rilevanza pubblica perché possiedono aree e terreni a Padova. Ci sono materie delicate come l’urbanistica su cui bisogna evitare qualsiasi conflitto d’interesse», conclude Luciani.

la replica di lorenzoni

«Tutti i controlli che andavano fatti sui flussi della Fondazione sono stati fatti – è la replica di Lorenzoni – Abbiamo ricevuto bonifici da istituti bancari di primo livello. C’è evidenza di ogni euro entrato. Rispondo senza problemi a tutto, non c’è nulla da nascondere». E infine una stoccata sui finanziamenti elettorali: «È stata una campagna così parca che è evidente che nessuna società e nessuna di queste persone mi ha mai dato un euro». —

Claudio Malfitano

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