Forcellini-Terranegra La riscossa della periferia

Debellini, leader di Cl: «Vicini a tutto, è come vivere in un paese dentro la città»
Di Elvira Scigliano

Un quartiere del secolo scorso, nato con il rione Forcellini attorno alle case costruite dall’Ina a metà del ’900. È popoloso ma ambito per la posizione favorevole, ben servita dai mezzi pubblici e vicina ai poli ospedalieri. L’ex Busonera, oggi Iov, in via Gattamelata, fu inaugurato nel 1935 come ospedale cittadino intitolato al re Vittorio Emanuele III, poi rinominato a Flavio Busonera, medico e partigiano sardo impiccato in città nel 1944.

Con le attuali 144 attività economiche, il quartiere è una piccola città nella città. Dalla spesa ai servizi medici (ci sono anche due veterinari) fino a quelli per la persona il quartiere è perfettamente “autosufficiente”. Nel corso degli anni ai servizi classici si sono affiancati anche quelli meno tradizionali ma funzionali alla presenza di giovani nuclei familiari. Non a caso è presente persino un baby parking per i piccoli da 0 a 3 anni aperto da un’associazione di mamme per le mamme.

Un quartiere ad alta vocazione sociale: sono qui localizzate due case di riposo per anziani (il Parco del Sole e il Nazareth) e c’è la sede della Croce verde. Senza dimenticare il quartier generale Comunione e liberazione. La storia padovana del movimento è legata a filo doppio con Forcellini. A raccontarla il presidente Graziano Debellini: «La nostra storia inizia negli anni Ottanta, avevamo appena iniziato con il collegio Murialdo in via Grassi, quando raddoppiamo con il Forcellini». Una storia di educazione e formazione, non solo firmata Cl, visto che il 70-80% degli studenti ospitati non appartengono al movimento; una storia che dà vita a una cooperativa; al collegio ed alla mensa ancora esistenti.

Nel 1998, in accordo con il Comune, nasce il Centro congressi papa Luciani. «C’era il sindaco Flavio Zanonato ed arrivò per l’inaugurazione l’allora ministro Pierluigi Bersani», ricorda Debellini, «il centro rappresentò un’importante collaborazione con la città, collegata al mondo universitario, allo sport ed alle iniziative della città. Oggi questo polo dà lavoro a più di 100 persone tutto l’anno». Di recente arricchito del ristorante Forcellini 178, il primo locale pubblico con una ludoteca per bambini annessa e il punto vendita della pasticceria Giotto, dei carcerati del Due Palazzi.

«Forcellini», aggiunge il patron di Cl, «è nata come una periferia della città e ne è diventata una parte importante: un quartiere che si trova a un chilometro e mezzo dagli ospedali; due chilometri e mezzo dal Santo e tre chilometri e mezzo dal casello autostradale Padova Est. Conserva ancora gli aspetti della vita di un paese, lo spirito della chiacchiera, ci si conosce tutti e vanta parrocchie molto vivaci». Debellini non si tira indietro quando si tratta di esprimere un’opinione sugli argomenti più caldi, come l’edilizia e l’antenna, entrambi contestati da buona parte del quartiere. «Per l’antenna», chiarisce, «mi associo al quartiere, è mancata una partecipazione delle persone e una valutazione del pericolo per chi ci abita, non necessariamente sotto il traliccio. Per quanto riguarda il cemento, è bene che il quartiere conservi il suo verde nel rispetto del piano regolatore. A mio avviso non c’è bisogno di altro cemento, sarebbe più utile mettere a posto quello che c’è. Per quanto riguarda Cl non siamo dentro nessuno sviluppo di edilizia in questo momento, non siamo dentro nessuna proposta che riguardi la nostra area. Però mi rendo conto che sia legittimo il desiderio di un proprietario di un pezzo di terra di costruirsi la sua casa».

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