Fort Alamo e Crockett, il mito a pezzi

Paco Ignacio Tàibo II scrive la vera storia dell’indipendenza del Texas: senza eroi
Di Aldo Trivellato
MARGHERA 10/03/05 capannone del petrolchimico letteratura e dibattito nella foto Paco Ignacio Taibo II (C) Bertolin Matteo richiesto da FAVARATO MARGHERA 10/03/05 capannone del petrolchimico letteratura e dibattito (C) Bertolin Matteo richiesto da FAVARATO
MARGHERA 10/03/05 capannone del petrolchimico letteratura e dibattito nella foto Paco Ignacio Taibo II (C) Bertolin Matteo richiesto da FAVARATO MARGHERA 10/03/05 capannone del petrolchimico letteratura e dibattito (C) Bertolin Matteo richiesto da FAVARATO

PORDENONE. Le verità scomode hanno torto anche quando hanno ragione. Chiedetelo allo scrittore messicano Paco Ignacio Tàibo II, in Italia per raccontare la vera storia di Fort Alamo e della guerra del 1836 tra Messico e Stati Uniti, per l'indipendenza del Texas. L'altro giorno a Pordenone, ieri alla Libreria Lovat di Villorba, a Treviso, Tàibo ha presentato la ricerca storica, scritta in forma narrata, che lo ha impegnato negli ultimi anni, “Alamo – Per la storia non fidatevi di Hollywood” (Marco Tropea Editore), dura e documentata accusa degli inganni storici che hanno costruito il mito americano di David Crockett e dei presunti eroi che hanno dato vita al Texas. Il racconto di Tàibo rivelerebbe, invece, che la lotta per l'indipendenza dei texani è stata storia di speculazioni terriere e schiavismo, che Crockett è morto arrendendosi, fucilato dai soldati messicani, e non combattendo fino all'ultimo proiettile. Abbiamo incontrato Tàibo al Festival dei libri di Pordenonelegge, per capire come si costruiscono i falsi miti e come è possibile restituire una dignità storica agli eventi che la storiografia ha mistificato. L'epopea del Texas e di Fort Alamo sono i mattoni della storia degli Stati Uniti. Si tratterebbe di un falso storico? «Completamente. Come il berretto di procione indossato da David Crockett o la giacca e i pantaloni con le frange. Tutto falso, inventato dal teatro e dal cinema. Negli Stati Uniti sono stati venduti cappelli di procione, coda compresa, per un milione di dollari, dopo il film della Disney prodotto nel 1955, mentre Crockett non si era mai vestito così. Peggio ancora, la storia di Alamo è fraudolenta. Non c'è mai stato il mito di Alamo, la battaglia è durata un'ora e mezza, di notte e non di giorno e la maggior parte dei soldati messicani è caduta per il fuoco amico, dato che erano campesinos, contadini costretti a maneggiare armi senza competenza. Non esiste nemmeno la lotta eroica per l'indipendenza del Texas». Quale sarebbe, allora, la verità storica che lei sta cercando di documentare? «La costituzione americana vietava la schiavitù, che invece veniva praticata nei territori del nord est, il Texas, appunto. Gli americani introducevano falsi lavoratori, con contratti lunghi cento anni, schiavi a tutti gli effetti. Durante la guerra promettevano, ai coloni che andavano nel territorio che hanno tolto al Messico, terre fertili da seminare. Lo scriveva lo stesso Crockett. Invece, quei territori venivano comprati a caro prezzo, svenduti per poco e poi rivenduti, perchè si trattava di deserto. Frode, speculazione e schiavitù, ecco come è nato il Texas americano». Quel mito, però, ha superato l'indagine della storia... «Perchè dalla parte messicana non è stato possibile opporre un mito diverso. La storia del generale che combatte quella guerra, Santa Ana, è vergognosa, assieme a quella dei suoi ufficiali, gente che fece marciare la propria cavalleria a piedi, per centinaia di chilometri, perchè si era venduta i cavalli. Il disprezzo per la truppa era feroce, i soldati erano contadini che non avevano mai sparato, ed il modo con cui è stata condotta quella guerra è una delle vergogne che il Messico ha fatto di tutto per dimenticare. Gli Stati Uniti hanno invece usato Hollywood per costruire il falso mito». La storia è fatta di prove e documenti. Lei che fonti ha utilizzato? «Nel libro presento quattordici pagine di documentazioni e studi, quasi tutti provenienti dal Nord America e dal Texas. Leggendoli si capisce che anche gli studiosi americani ammettono che Jim Bowie e David Crockett non erano eroi e che quegli episodi non sono storici, ma sono inventati. Quello che però non si ammette mai, è che i motori dell'indipendenza del Texas sono stati la speculazione e lo schiavismo». La cultura e la scrittura di un libro possono cambiare la storia? «Un giorno ho incontrato una venditrice di tortillas che si complimentò con me perchè la biografia che avevo scritto sul generale Pancho Villa le era stata consigliata dallo stesso generale, durante una seduta spiritica. Scrivere un libro documentato è lanciare un sasso nell'acqua, i cerchi possono arrivare nei luoghi più impossibili, perché la parola scritta ha un peso enorme».

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