Franceschi: «Io le tasse le pago da sempre»

Il titolare di Grafica Veneta approva il blitz di Cortina: un segnale di svolta dato al territorio

Era a Cortina il giorno del blitz della Guardia di Finanza. Hanno visto che viaggiava in Ferrari e l'hanno fermato. «Bella macchina, è sua?». «Sì, ne ho due», ha risposto lui. «Fa vedere i documenti?». «Ma certo - racconta oggi -. Ho mostrato i documenti, poi volevano vedere la macchina. Cose normalissime. Erano ragazzi infreddoliti, che facevano il loro lavoro: abbiamo parlato del più e del meno, non ho visto nessun accanimento. Per arrabbiarsi dei controlli di quei giorni bisogna essere menti malate. Non capisco il sindaco di Cortina, che peraltro è un mio omonimo, la reazione che ha avuto». Il sindaco di Cortina si chiama Andrea Franceschi, Pdl. Lui è Fabio Franceschi, imprenditore padovano, titolare di Grafica Veneta.

Perché non lo capisce, Franceschi?

«Il suo è stato un atteggiamento inspiegabile nei confronti di gente che faceva il proprio lavoro. Oltre ad essere una vergogna, provenendo da un rappresentante delle istituzioni. Come si deve dire del vicepresidente della provincia di Padova, Roberto Marcato, che invita a comportamenti llegali. I numeri a Cortina erano evidenti: il giorno prima erano stati battuti un quarto degli scontrini! Almeno il buon gusto di tacere. Non possiamo dire di essere un Paese di grande civiltà, quando a fronte di una manovra che ha torchiato i pensionati per fruttare 2,5 miliardi di euro, abbiamo un’evasione di 150 miliardi. Io non posso essere fiero del mio Paese».

Ma la polemica era perché Cortina e non Courmayeur o Madonna di Campiglio...

«Embè, sono andati a Cortina? Dimostriamo che siamo gente di un certo livello. A me personalmente è piaciuto che siano venuti a Cortina, è stato un segnale di svolta anche al territorio, non possiamo dire di essere un terreno vergine».

Si riferisce al nero?

«Non solo: come Paese abbiamo 150 miliardi di evasione ma anche 75 miliardi di corruzione e altri 150 miliardi di riciclaggio. Sono dati del centro studi di Confindustria. Se in cinque anni fossimo capaci di regolamentare questa situazione, diventeremmo l’economia più florida del mondo. Invece ci mettiamo a sparare addosso ai pensionati, a chi ha reso grande questo Paese: mi sembra una banalità, prima che una assurdità».

Adesso lei ce l’ha con il governo Monti.

«No, Monti lavora bene, solo che per il momento è concentrato su cose modeste. Anche le liberalizzazioni, non daranno questi grandi risultati. L’unica cosa su cui deve battere a testa bassa è la lotta all’evasione. Questo farà la differenza. Sono 370 miliardi di euro, una montagna di soldi. Mi rendo conto che significa andare in rotta di collisione con il sud, dove la politica è marcia».

Lei paga le tasse?

«Certo, l’ho detto anche ai finanzieri a Cortina: possono venire a controllare tutto a casa mia, pago tutto da sempre».

Magari lei è una mosca bianca, ma gli artigiani o i piccoli imprenditori dicono che non possono pagare tutto, altrimenti chiudono.

«L’artigiano e il piccolo imprenditore devono pagare. ma non più di quello che paga il pensionato o il dipendente: pagano quello che pagano tutti. Le tasse devono essere pagate, punto. Con una regolamentazione del mercato diversa, potrebbero essere abbassate anche di 15 punti».

Renzo Mazzaro

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