Fratelli Favero, inchiesta per corruzione

Nel mirino lo stabile dove ha sede la Clinica Odontoiatrica. Indagati anche altri due dentisti: Mazzocco e il bellunese Paniz
Di Cristina Genesin

L’ombra della tangente dietro l’affaire della Clinica universitaria Odontoiatrica di Padova? Nuovi guai giudiziari per i fratelli trevigiani Favero, Gian Antonio e Lorenzo, coppia regina dell’odontoiatria veneta, docenti universitari nella Clinica patavina (il primo ordinario e direttore fino al dicembre scorso, il secondo associato) e titolari di una valanga di ambulatori in mezzo Nordest, le “Cliniche Favero”. Sono i protagonisti di un’inchiesta per concorso in corruzione che riapre un capitolo giudiziario, chiuso alcuni anni fa con un’archiviazione, riguardante l’appalto relativo allo stabile situato a Padova in via Venezia 90 (davanti al centro commerciale Auchan) dove ha sede la Clinica Odontoiatrica che fa capo a Università e Azienda ospedaliera.

Il professor Gian Antonio Favero, 62 anni, originario di Motta di Livenza con residenza a Jesolo, e il professor Lorenzo Favero, 57, di Motta di Livenza, sono indagati in buona compagnia: nel mirino della procura anche altri due odontoiatri-imprenditori, Carlo Mazzocco, 72 anni di Padova, e Paolo Paniz, 53 anni di Belluno, fratello del più noto avvocato ed ex parlamentare Pdl. Al centro dell’indagine il fabbricato di via Venezia di proprietà del Centro odontoiatrico Giotto srl, di cui risultano soci Mazzocco e Paniz: i due avrebbe (ri)acquistato alcune quote di Fabianna srl (società che controlla il Centro odontoiatrico Giotto) versando, a rate, 300 mila euro nelle casse di Gmp, immobiliare interamente nelle mani dei fratelli Favero. Quote di Fabianna che, in precedenza, erano stati gli stessi Favero a comprare da Paniz e Mazzocco (fondatori e titolari della srl, andata in liquidazione il 6 marzo 2004) per mille e 500 euro. Poi avevano deciso di lasciare.

Un passo indietro. Nel 2004 l’Azienda ospedaliera archivia il progetto di realizzare la Clinica universitaria Odontoiatrica nell’ex ospedale ai Colli di Brusegna, su uno spazio di 3 mila metri quadrati, optando per prendere in locazione uno stabile “chiavi in mano”. È nominata una commissione tecnica che indica la soluzione più idonea, l’immobile di via Venezia offerto da un consorzio di cui fa parte il Centro odontoiatrico Giotto. Consorzio che vince l’appalto: il contratto siglato prevede un canone di circa 46 mila euro al mese per nove anni. Un esposto, presentato da Giuliana Beltrame e Mauro Tosi, entrambi di Rifondazione, finisce in archivio, mentre esplodono le polemiche sul “conflitto d’interesse” dei fratelli Favero tra l’attività da imprenditori e quella universitaria nella Clinica odontoiatrica (di cui sono medici e docenti e, in quanto tali, pubblici ufficiali; Gian Antonio è pure il direttore).

A metà del 2000 i fratelli Favero vendono le quote di Fabianna e la società torna, di nuovo, sotto il completo controllo di Paniz e Mazzocco. Che ricomprano quelle quote. Ma come? E a che prezzo? A rate: dal 10 gennaio 2006 al 10 giugno 2008 Fabianna “gira” a Gmp (immobiliare dei Favero) una parte del canone d’affitto della Clinica Odontoiatrica. Facendo incassare a Gmp un’eccezionale plusvalenza: i Favero avevano comprato il 33% delle quote di Fabianna a mille e 500 euro, Paniz e Mazzocco le riacquistano (è il sospetto della procura) per 300 mila euro. L’informazione di garanzia è già stata notificata agli interessati. L’inchiesta è coordinata dal pm Dini (supportato dai carabinieri del Nas), lo stesso magistrato che ha chiesto il processo nei confronti dell’ex direttore della Clinica, Gian Antonio Favero, con l’accusa di dirottare i pazienti della struttura pubblica nei suoi ambulatori privati.

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