Frontone in Prato, quattro ristoranti firmati Tonazzo, Kioene, Spiller e Kofler

Per gestire locali (e terrazze) dell’edificio la proposta avanzata da una joint venture tra i fratelli Pavin e i “re della carne”
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - VISITA LAVORI IN PRATO DELLA VALLE
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Due famiglie padovane per il nuovo “polo della ristorazione” all’ex frontone di Prato della Valle. Da una parte i fratelli Pieralessandro e Giancarlo Pavin, fondatori della catena di ristoranti-birrerie Kofler e Spiller, dall’altra la famiglia Tonazzo, sponsor della Pallavolo Padova prima con il marchio Macelleria Tonazzo 1888 e poi con la Kioene, brand specializzato in prodotti vegani. Un connubio in grado di coprire un ampio spettro di locali, proprio quello che serve al frontone che separa Prato della Valle dal park Rabin, e che è dotato di tre grandi terrazze con vista sull’Isola Memmia.

L’intero complesso, che recentemente è stato liberato dalle impalcature dopo un restauro durato più di un anno, dovrebbe riaprire a fine anno. Avrà anche un supermercato Despar e la sede centrale di Banca Sella.

Risolte le incognite

In ballo c’è una manifestazione di interesse che è ritenuta molto affidabile, anche se ancora non c’è un contratto firmato. Ma tra i gestori del frontone c’è ottimismo: l’obiettivo è di chiudere entro l’autunno. Per poter così rispettare i tempi dei lavori interni ed aprire i nuovi locali già prima di Natale. I futuri ristoratori sono già andati a incontrare l’amministrazione, dall’assessore alla cultura Andrea Colasio e alla segreteria di Antonio Bressa che gestisce il commercio. Cercavano infatti rassicurazioni su due incognite che pesano sull’accordo.

Da una parte c’è il problema delle licenze. Il frontone si trova nella zona A del centro storico, quella in cui non è più possibile rilasciare un nuovo permesso ma bisogna acquistare una licenza già esistente. Gli approfondimenti dell’avvocatura civica però hanno dato esito positivo: il contratto del project financing e la riqualificazione di un edificio chiuso da molti anni consentono la concessione di nuove licenze.

Ombrelloni aperti

Colasio, inoltre, era mediatore tra i costruttori e la Soprintendenza per la possibilità di aprire ombrelloni nelle grandi terrazze. L’impatto sulla vista del frontone dal Prato fa un po’ storcere il naso a chi ha il compito di tutelare un bene pubblico, ma le recenti aperture per i plateatici in piazza fanno ben sperare.

Se infatti il criterio della Soprintendenza dovesse restare quello del via libera agli ombrelloni ma solo fino alle 17 questo potrebbe favorire i futuri ristoranti del frontone, che potrebbero fare il pranzo con le coperture mentre per l’orario di cena gli ombrelloni non servono più.

quattro ristoranti

L’obiettivo del gruppo padovano è di modulare l’offerta utilizzando quattro marchi diversi, per un totale di oltre 300 coperti all’interno dell’ex frontone. Si andrà da un bar, caffetteria e gelateria al piano terra, poi una birreria-pizzeria-paninoteca sempre al pian terreno, dedicati anche ai tanti turisti di passaggio (visto che al park Rabin fermano tutti i bus turistici per il Santo). Al primo piano la ristorazione salirà di livello, e infine una sessantina di coperti troveranno spazio anche nella sala polivalente al secondo piano che però per 50 giorni all’anno dovrà essere ceduta al Comune per eventi, iniziative culturali e presentazioni di libri (come accade per la Sala Rossini del Caffè Pedrocchi).

Per quanto riguarda gli altri negozi: nelle gallerie vetrate verso Santa Giustina troverà posto un supermercato Despar ma di alto livello (sul modello di quello in piazza dei Frutti), dall’altro lato nella parte verso via Carducci ci sarà la sede operativa per il Nordest di Banca Sella, istituto piemontese che si è ingrandito fino a diventare un gruppo nazionale con 283 succursali e quasi 3 mila dipendenti. —

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