Funerali solenni per le vittime, lo Stato ai sindaci: "Ci siamo e ci saremo sempre"

I massimi vertici dello Stato, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e numerosi rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali e locali hanno assistito alle esequie per le vittime del sisma morte ad Arquata del Tronto ad Ascoli Piceno. Un applauso ha salutato l'arrivo di Mattarella. Nell'omelia il vescovo di Ascoli, Giovanni D'Ercole ha detto tra l'altro: 'e adesso, Signore, che si fa?' , invitando a "non aver paura di gridare la vostra sofferenza, ma senza perdere il coraggio: insieme ricostruiremo le nostre case e chiese e ridaremo vita alle nostre comunità"
27/08/2016 Ascoli Piceno. Funerali di Stato per le vittime del terribile terremoto del 24 agosto
27/08/2016 Ascoli Piceno. Funerali di Stato per le vittime del terribile terremoto del 24 agosto

Sono stati scanditi uno a uno i nomi delle 35 vittime del sisma le cui esequie sono state celebrate questa mattina in una messa solenne davanti alle più alte cariche dello Stato italiano. Grande la commozione nella palestra di Ascoli Piceno dove si sono tenuti un funerali, con i familiari seduti accanto alle bare dei loro cari. Tra i pianti,  qualcuno ha accusato un lieve mancamento ma è stato subito soccorso dai volontari. 

Grande applauso all'ingresso nel palazzetto da parte del Presidente Mattarella. "Ci siamo e ci saremo sempre", ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi  ad alcuni sindaci parlando del sostegno alle aree colpite dal terremoto di due giorni fa. Lo ha riferito il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli. Tra i punti su cui c'è stata condivisione, vi sono interventi urgenti per la ricostruzione della scuola, della chiesa e del municipio di Arquata del Tronto.

"E adesso, Signore, che si fa?" Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d'attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni". Lo ha detto nell'omelia ai funerali il vescovo D'Ercole. "Le torri campanarie, che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni, sono crollate, non suonano più. Polvere, tutto ormai è polvere. Eppure, sotto macerie, c'è qualcosa che ci dice che le nostre campane torneranno a suonare, ritroveranno il suono del mattino di Pasqua".  

"Un terremoto è la fine: un boia notturno venuto a strapparci di dosso la vita. La nostra terra, però, è popolata di gente che non si scoraggia. "Abbiamo pianto e sofferto insieme ma ora è il momento della speranza".

"Sui social - ha detto più oltre - molti mi dicono: non ci ripetere le solite cose che dite voi preti. E' giusto che lo diciate. Ma se guardate oltre le lacrime scorgerete qualcosa di più profondo. Il terremoto con la sua violenza può togliere tutto eccetto il coraggio della fede. Queste cose che oggi ripetiamo sono una scialuppa quando ci si trova in un mare in tempesta".

Nel corso dell'omelia per le vittime, il vescovo D'Ercole ha citato Guareschi e un episodio in cui don Camillo fa una predica dopo un'alluvione: i cittadini si rivolgevano a Dio e chiesero il perchè di quella tragedia. D'Ercole ha ricordato quindi le parole di don Camillo: "Le acque escono tumultuose dal letto del fiume e tutto travolgono: ma un giorno esse torneranno placate nel loro alveo e ritornerà a splendere il sole. E se, alla fine, voi avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede in Dio. Ma chi avrà dubitato della bontà e della giustizia di Dio sarà povero e miserabile anche se avrà salvato ogni sua cosa".

Le autorità hanno preso posto nelle prime file della palestra in cui si sono svolti i funerali delle vittime del terremoto.Diversi i sindaci, anche il primo cittadino dell'Aquila, Cialente (lungo il suo abbraccio con il sindaco di Arquata, Petrucci) e i cittadini che si sono avvicinati a Renzi, Grasso e Boldrini, per stringere loro la mano e scambiare qualche parola.  Nella palestra anche numerosi parlamentari come il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio e gli europarlamentari Antonio Tajani e David Sassoli. Con loro inoltre il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Il Presidente delle Marche, Luca Ceriscioli, non trattiene le lacrime durante la cerimonia.

Dopo le esequie, Mattarella si è recato all'ospedale Mazzoni dove sono ricoverati oltre 50 feriti.

La folla all'esterno. Di fronte alla chiesa del quartiere Monticelli di Ascoli, dietro la palestra dove sono stati celebrati i funerali delle vittime dei comuni dell'ascolano colpiti dal sisma è stato allestito un maxi schermo per permettere all persone di seguite i funerali.  La gente ha seguito seduta nel prato, su i gradoni del piazzale, molti sono rimasti in piedi al sole, alcuni hanno ascoltato silenziosi affacciati dalle finestre o dai balconi dei palazzi vicini.

La gente ha ascoltato immobile, dopo che è stato letto l'elenco delle vittime è partito un lungo applauso. 

 Un signore anziano è stato su una sedia in un angolo con la mano sulla bocca, ogni tanto squoteva la testa. Poco lontano un altro ha seguito la cerimonia in piedi, attento ad ogni parola. Si chiama Pietro Traini, ha 77 anni e vive vicino all'ospedale; è venuto a piedi, la moglie e la suocera molto anziana sono rimaste a casa. "Appena sono iniziati i funerali mi sono commosso subito. Hanno letto tutti i nomi delle vittime e c'era anche qualcuno che si chismava Pietro, come me. Vedo le immagini delle case distrutte, penso a come erano i paesi prima e mi sembra impossibile, è un disastro, quando i miei figli erano picoli ci andavamo sempre a fare scampagnate". Paolo Traini vive al quarto piano di un condominio. La notte del terremoto si è spaventato ma è restato in casa.  "È andata via la luce, mia suocera ha 93 anni, non potevamo muoverci, questa volta ci è andata bene, la prossima chissà". Gli abitanti di Ascoli hanno paura. "Casa mia non ha l'antisismicità, abbiamo denunciato i costruttori, il comune non fa controlli" mi racconta una cittadina di Ascoli, Alfredina Ferretti che oggi è venuta ai funerali per stare vicino ale persone colpite. 

Due adolescenti hanno seguito la cerimonia appoggiate su una ringhiera. Una, Elisa, ha le treccine, l'altra, Sofia, i capelli lisci lunghi. "Mia mamma non se l'è sentita di venire ai funerali, è troppo scossa, io volevo esserci, anche stare a casa è pesante", spiega Elisa. La notte del terremoto i genitori erano andati a Amatrice, volevano fermarsi a cena, poi hanno deciso di tornare ad Ascoli perché Elisa era da sola in casa. Dopo la scossa hanno dormito una notte in macchina, la casa dopo il terremoto ha delle crepe e se ci sarà un'altra scossa rischia di essere danneggiata, hanno spiegato i pompieri alla famiglia. Tra i cittadini di ascoli c'è anche rabbia. Fabrizio Nunzi è restato all'uscita della palestra. "Non abbiamo mai visto tutte queste autorità, tutte queste forze dell'ordine, doveva succedere una tragedia del genere per farle arrivare, per farle rendere conto della situazione delle case?", si chiede l'uomo e aggiunge "Per i genitori che hanno perso i figli la vita è finita quella notte, mi chiedo se tutti questi con il cappello e i gradi sulla spalla a questo ci pensano". 

Commozione ad Assisi. Ad Assisi le campane della Basilica di San Francesco hanno suonato "a rintocco" stamani, in comunione con i funerali delle vittime del terremoto. Momento di preghiera, inoltre, della comunità francescana, per le vittime del terremoto, durante la celebrazione eucaristica per la professione religiosa dei novizi che hanno terminato il loro anno di prova. Presenti diversi ministri provinciali, tanti frati e i parenti e amici dei novizi. Anche il Papa era in preghiera per i terremotati". Lo ha affermato stamani a Pordenone il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano.

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