Furti, minacce e scontri in Croce Verde

Il mandato dell’avvocato Carlo Bermone, volontario da 25 anni, scadeva a maggio: «Sono venute meno le condizioni»

Lotte intestine, spese poco accorte, prevaricazioni, scarso rispetto per i beni comuni e disinteresse per le decisioni davvero incisive sul futuro della Pia Opera. È una lettera amara e durissima quella del presidente della Croce Verde di Padova, Carlo Bermone, che sabato ha formalmente annunciato ai volontari le proprie dimissioni. Le motivazioni sono spiegate in quattro lunghe pagine, affisse alla sede di via Nazareth e visibili a tutti.

Lo sfogo

«Le condizioni e lo spirito che mi hanno animato ad assumere questo oneroso compito sono completamente venute meno», dice, annunciando così di voler lasciare l’incarico. Alla scadenza naturale, in realtà, mancherebbero solo due mesi: Bermone (nato a Messina nel ’66 e di profesisone l’avvocato) è stato eletto nel 2014 e dovrebbe rimanere in carica fino a maggio 2018. Ma la situazione si è resa per lui talmente pesante da decidere, dopo quasi quattro anni di presidenza e venticinque da volontario, di lasciare.

Situazione economica

«Il potere logora chi non ce l’ha» scrive «ma devasta chi ce l’ha». Conti in rosso. Una delle accuse più pesanti riguarda la situazione economica dell’ente: «Quando ho assunto l’incarico» scrive Bermone «ho trovato una Pia Opera al limite del fallimento, con i conti in banca oltre il limite del fido concesso, con incassi sospesi, con i rapporti con la cittadinanza pressoché azzerati e con una situazione gestionale a dir poco devastante. Non c’era - e ancora oggi in qualche caso non c’è - rispetto delle regole e i volontari facevano quello che volevano. Ho dato tutto me stesso per risollevare le sorti dell’ente, sacrificando interamente me stesso, la mia vita, il mio lavoro e la mia famiglia». Il risultato, scrive sempre il presidente uscente, è che dopo quattro anni «la Pia Opera ha i conti in regola, e il minimo scoperto di cassa è meramente dovuto alle partite di giro incassi/pagamenti che sono pressoché regolari, ha rinnovato quasi completamente il proprio parco macchine, ha aiutato e sostenuto innumerevoli famiglie […], ha assunto nuovo personale, ha portato il proprio bilancio sociale da un avanzo di circa 10mila euro ad un avanzo importante».

Vandalismi e minacce

Non meno gravi sono le «pressioni, velate minacce, prese di posizione e chi più ne ha più ne metta» che, secondo il presidente Bermone, arrivavano puntualmente in occasione di qualunque «bando per l’assunzione di nuovi dipendenti a tempo determinato o indeterminato». Pur sottolineando che ad essere in torto sono solo alcuni, Bermone parla poi di atti di autentico vandalismo: una parte dei lavandini del piano terra è stata rubata cinque volte in un anno, ed altri furti e danneggiamenti erano ormai quotidiani. Tanto che «la Pia Opera ha dovuto spendere altri ventimila euro per installare sistemi di videosorveglianza interna onde limitare i danni». In ultimo, pare che un proboviro abbia creato un danno con la propria auto, dandosi poi alla fuga. Ad incastrarlo sono state le suddette telecamere, ma sentendosi accusato si sarebbe difeso dando dell’arrogante e aggressivo al presidente.

Lotte intestine

I giochi di potere, però, sono forse ciò che più pesa all’avvocato Bermone, che parla di «continue lotte interne, continue prese di posizione, rivendicazioni di potere, arrivando alle denunce ed agli esposti ai Probiviri. Da quando ho assunto la carica non vi è stato un momento di tregua ad opera della Commissione esecutiva, che in questi quattro anni non ha minimamente svolto il proprio dovere occupandosi, viceversa, di questioni che non la riguardavano, e arrogandosi diritti di veto». Tra i paradossi, il presidente nomina il fatto di non essere informato sui procedimenti disciplinari a carico di dipendenti e volontari, che quindi si rivolgevano a lui senza poter trovare risposte. Sottolinea poi scarso interesse per le riunioni importanti, e invece molto interesse per questioni di mera apparenza: «Può mai esistere che un proboviro, che per statuto dovrebbe rimanere estraneo a qualsivoglia contenzioso ed essere terzo, accusi il presidente di censura perché non ha pubblicato su Filoverde un articolo del medesimo?».

Dimissioni formali

Bermone conclude dicendo che l’ultimo atto del suo mandato sarà mercoledì 7 marzo, quando consegnerà formalmente le dimissioni. La Commissione potrà decidere di accettarle (nominando subito un nuovo presidente) o di respingerle, chiedendogli di andare avanti fino a regolari elezioni. In ogni caso, conclude Bermone, «grazie ancora a tutti, e lunghissima vita alla Pia Opera Croce Verde di Padova».

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