Galileiana, va all’estero un laureato ogni due

I numeri della scuola universitaria d’eccellenza: entra solo il 6% dei richiedenti L’88% dei dottori trova un lavoro in un anno soprattutto nell’area economica
Di Silvia Quaranta
PD 29 GIUGNO 2004 G.M...VIA S.MASSIMO COLLEGIO MORGAGNI collegio Morgagni
PD 29 GIUGNO 2004 G.M...VIA S.MASSIMO COLLEGIO MORGAGNI collegio Morgagni

Si laureano prima di tutti, con una media altissima e trovando ottimi sbocchi sul mercato del lavoro. Ma una metà di loro vola all’estero. Sono i ragazzi della “Galileiana”, la scuola d’eccellenza del Bo che attira ogni anno le menti più brillanti del panorama nazionale.

Il settimo censimento, realizzato come ogni anno dall’associazione Alumni della scuola, mostra nel dettaglio il profilo dei laureati, le loro ambizioni e la loro condizione occupazionale. Ne emerge un quadro lusinghiero: l’età media per la laurea magistrale è di 24 anni (in Italia è intorno ai 27, nel resto del Bo intorno ai 26), il voto medio è di 109,9 su 110 e l’88 % dei laureati trova lavoro entro un anno dalla laurea (la media nazionale si attesta intorno al 20%). La metà dei laureati, poi, viene assunta a tempo indeterminato entro i due anni.

I galileiani sono in tutto e per tutto studenti dell’Università di Padova, che tuttavia aderiscono a un percorso d’eccellenza: a superare i selettivi test d’ingresso è solo il 6% dei richiedenti, poi gratificato con molte agevolazioni. C’è l’alloggio gratuito, la borsa di studio, molti rimborsi spese e molti finanziamenti per intraprendere esperienze all’estero, che infatti la maggior parte degli studenti (80%) matura già durante il corso di studi. Per mantenere i propri “privilegi”, però, i ragazzi devono garantire una media molto alta e corredare gli insegnamenti curricolari con altri studi e attività.

La scuola, nata una decina d’anni fa da una convenzione con la Normale di Pisa, è anche un notevole polo d’attrazione: gli allievi che arrivano da fuori regione sono il 40%, mentre la media dell’ateneo si attesta poco sotto il 20% (più o meno in linea con la statistica nazionale). I posti a disposizione sono 30 in tutto (il bando 2016 è ancora aperto), di cui 14 per la classe di Scienze Naturali, 8 per Scienze Morali e 8 per le neonate Scienze Sociali.

Molti ragazzi accedono al percorso perché ambiscono alla carriera accademica, ma la tendenza sta cambiando: oggi il 77% dei laureati pensa al dottorato, ma poi il 30% dei dottori di ricerca sceglie di lavorare in azienda. Si tratta di un uso già consolidato in altri paesi europei, ma tuttavia in Italia costituisce una novità che sta dando i suoi frutti. I settori d’impiego sono i più diversi: c’è l’area medica (3%), legale (10%), informatica (15%), economica (20%), amministrativa (5%), c’è l’insegnamento (18%) e c’è anche il settore editoria/marketing (15%).

In media, nel 2015, ha scelto l’estero il 46% dei laureati. «La mobilità oggi è la norma» commenta Giovanna Valenzano, vicedirettrice della scuola «e questi ragazzi sono ambasciatori del nostro ateneo in Europa e nel mondo. Non parliamo di dispersione, ma di relazioni da mettere a frutto».

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