Gelateria Da Bepi, così l’artigiano diventa social

Da tempo i titolari della famosa gelateria di Mortise inseriscono sulla pagina Facebook immagini scattate in laboratorio invece dei prodotti finiti

PADOVA. Ci sono cose che cambiano, altre che restano immutate. C’è la tradizione di gelatai che si tramanda di padre in figlio dal 1937 e c’è la svolta social della generazione 2.0. Perché un conto è raccontare ai clienti di utilizzare le vecchie gelatiere verticali Cattabriga di Bologna, un altro è farle vedere. Jacopo e Nicolò Braggion, titolari della gelateria Da Bepi a Mortise, hanno sovvertito un cliché che sembrava consolidatissimo. Tutti mettono in rete le immagini dei prodotti finiti? Loro no, loro utilizzano il profilo Facebook “Gelateria da Bepi” per mostrare ai clienti, passo-passo, la preparazione dei gelati. Hanno spalancato le porte del loro laboratorio artigianale, svelando giorno per giorno i segreti dell’arte che ha reso questa gelateria celebre a Padova, al punto da essere inserita anche nella guida Gambero Rosso.

Ed ecco quindi le fragoline di bosco, i limoni tagliati a metà sopra il banco, i meloni pronti ad essere frullati, il mantecatore che gira all’impazzata, le cassette di frutta fresca appena comprate. Il locale non ha refrigeratori, nè abbattitori. Il gelato viene prodotto anche più volte al giorno, utilizzando frutta di qualità, latte e zucchero. In un mondo che va verso la globalizzazione imposta dalle grandi catene, la gelateria Da Bepi si difende con il puro lavoro di artigiano. Ma farlo non basta più. Oggi, 2013, bisogna anche farlo sapere. Ed ecco il motivo per cui la pagina Facebook della gelateria di Mortise viene arricchita ogni giorno con foto “live” dal laboratorio. In questo modo i clienti abituali possono iniziare a fantasticare già dal pomeriggio sul gusto da prendere la sera: fragole e aceto balsamico, banana caramello e noci, rucola, basilico, noce, gelsomino e chi più ne ha, più ne metta.

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