Gettoni e compensi, ecco chi sono i "padroni" delle banche popolari

Chi sono e quanto guadagnano gli amministratori delle banche popolari del Veneto. Grandi stipendi e poca trasparenza tra le cooperative
Giovanni Zonin presidente Banca Popolare di Vicenza
Giovanni Zonin presidente Banca Popolare di Vicenza

TREVISO. Dicono che i tre misteri della Chiesa siano: quanti ordini di suore esistono; quanti soldi hanno i salesiani; che cosa pensa veramente un gesuita. Nel mondo bancario, il mistero più grande è legato al compenso di presidenti, amministratori e direttori generali. Se nelle imprese quotate la trasparenza è obbligatoria, nelle banche non quotate il mistero alimenta un florilegio di leggende. Così per Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca i compensi che sono trapelati negli ultimi anni hanno del clamoroso.

Nel 2009 l’allora amministratore delegato di Veneto Banca avrebbe guadagnato la cifra record di 3,7 milioni di euro (fonte: Il Fatto quotidiano). Negli anni successivi il suo stipendio è «rientrato» a una cifra vicina ai due milioni di euro. Al presidente della Banca Popolare Vicenza Gianni Zonin viene attribuito un compenso complessivo pari a 1,5 milioni di euro (fonte: Il Sole 24 Ore). Consoli nel frattempo è «retrocesso» a direttore generale, diminuendo anche il suo compenso: il suo incarico scadrà l’anno prossimo e con un taglio degli emolumenti pari al 50%, ha assicurato il presidente Francesco Favotto.

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Ferrazza Venegazzù assemblea soci Veneto Banca 2014 Favotto nuovo presidente con presidente uscente Flavio Trinca

Le uniche certezze vengono dai resoconti di assemblea e nelle deliberazioni legate alle politiche di remunerazione. A Veneto Banca, ad esempio, nel 2013 le figure apicali di amministratori delegati hanno pesato sul bilancio per 2,3 milioni di euro solo nella parte di retribuzione fissa (si tratta degli amministratori delegati di Veneto Banca, Ipibi e Veneto Banca Ireland financial service). Gli amministratori di Veneto Banca, invece, si sono ridotti lo stipendio nell’ultima assemblea: da 110 mila euro fissi l’anno a 90 mila euro fissi l’anno, con gettone di 250 euro a seduta (mediamente due al mese). Il compenso del presidente e vicepresidente è stabilito dal consiglio di amministrazione dentro a un range tra 1 e 6 volte il compenso base del consigliere (dunque al massimo di 540 mila euro l’anno), mentre quello del vicepresidente può variare da 1 a 4,5 volte quello del consigliere. Allo stesso modo, a Vicenza il consiglio di amministrazione costa (dato 2012) 4,2 milioni di euro, mentre il collegio sindacale 495 mila euro.

Più trasparente il compenso applicato a presidente e amministratore delegato del Banco Popolare di Verona. Carlo Fratta Pasini, presidente, ha percepito nel 2013 un indennità pari a 567.100 euro. Il suo amministratore delegato, Pier Francesco Saviotti, ha percepito nel 2013 l’indennità di 1,7 milioni di euro.

Ma nel Nordest ci sono altri banchieri d’oro: Ennio Doris, ad esempio, azionista principale di Banca Mediolanum di cui è fondatore e presidente, ha percepito nel 2013 un compenso di 800 mila euro. Giovanni Costa, che è stato presidente della Cassa di risparmio del Veneto ed ora è vicepresidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo nel 2013 ha percepito 554 mila euro. Mario Bertolissi, dal 2010 vicepresidente vicario del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, nel 2013 ha percepito 226 mila euro. Il trevigiano Francesco Giacomin, che siede nel Cda di Unicredit su nomina delle Fondazioni, percepisce 124.800 euro. Flavio Trinca, nel 2013 nel Cda di Banca Intermobiliare (all’epoca Veneto Banca) percepiva un compenso di 104 mila euro. Gilberto Benetton, per il posto nel cda di Mediobanca, ha percepito 100 mila euro.

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