Ghirri, nei “Paesaggi d’aria” c’è il profilo delle nuvole

Nella mostra in corso alla Querini Stampalia di Venezia le opere sono accostate al progetto del “Vigne Museum” concepito da Friedman e realizzato da Decavèle
Di Silva Menetto

di Silva Menetto

“Paesaggi d’aria” è una mostra fotografica-concettuale: quello che si vede non è tutto quello che si vuole far vedere. Allestita nell’area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia di Venezia fino al 21 febbraio, è solo il primo atto di un programma di ricerca legato al Fondo Luigi Ghirri che il collezionista Roberto Lombardi ha affidato alla Querini. È un nucleo omogeneo di una trentina di foto che Luigi Ghirri scattò tra il 1985 e il 1990, quasi tutte appartenenti alla serie “Il profilo delle nuvole”: ci sono scorci urbani e campagna a perdita d’occhio, solitudine assoluta, silenzio e ricordi, architetture naturali e costruzioni dell’uomo raccolte in una specie di “libro d’artista”.

La ricerca di Ghirri, maestro della fotografia di paesaggio italiano, vuole bloccare attimi di vissuto creando un itinerario immaginifico, sospeso tra l’incanto e la realtà, rintracciando luoghi immersi nella Pianura Padana, tra Veneto, Emilia e Lombardia: piazze dechirichiane come quella di Brescello, particolari irriconoscibili di ville e palazzi estrapolati dal loro contesto, spazi immensi tra le Grandi Valli veronesi e case isolate che punteggiano le distese coltivate contribuiscono a far diventare questo nucleo di scatti un racconto di integrazione tra edifici e paesaggio.

Quasi naturale per Chiara Bertola e Giuliano Sergio, curatori di “Paesaggi d’aria”, accostare le foto di Ghirri al progetto del “Vigne Museum”, il museo all’aperto concepito dal genio visionario dell’architetto Yona Friedman e realizzato dall’artista Jean-Baptiste Decavèle nei vigneti di Livio Felluga, in Friuli. Il “Vigne Museum”, creato in occasione del centesimo compleanno del patriarca friulano del vino, è una grande installazione composta di cerchi metallici saldati tra loro a formare altre figure geometriche. È una architettura aperta che nel tempo stimolerà la crescita libera e casuale delle viti che sono piantante tutto attorno. In questo senso il concetto di “architettura della trasparenza” di Friedman e quello di paesaggio espresso negli scatti di Luigi Ghirri si intersecano: “La fotografia … dà luogo a un’infinità di luoghi immaginari” scriveva Ghirri, e alcuni di quei luoghi hanno trovato corrispondenza nel “Vigne Museum” sulle colline di Rosazzo, un museo del territorio senza porte e senza pareti, in cui ad essere esposta è proprio la storia del territorio, dell’uva, del vino e del lavoro dell’uomo.

Dopo la mostra “Paesaggi d’aria” il Fondo Luigi Ghirri, digitalizzato e catalogato, sarà conservato tra i materiali rari e di pregio della Biblioteca Querini Stampalia e messo a disposizione degli studiosi.

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