Giordani: «Investiremo sul sociale per fare Padova più sicura»

La visita del candidato sindaco alle realtà del terzo settore: tra mense e asilo notturno. «No alle esternalizzazioni, piuttosto bisogna assumere mediatori e assistenti»

PADOVA. Da “casetta Eremitano” che offre una doccia calda e cerca una sistemazione per i senzatetto in stazione, alla mensa dei Cappuccini di Padre Leopoldo. Dal centro diurno “La Bussola”, dove si incontrano molti italiani che hanno perso casa e lavoro, alla comunità di Sant’Egidio fino all’asilo notturno del Comune al Torresino. Un viaggio tra coloro che aiutano gli ultimi: è quello che ha fatto ieri mattina Sergio Giordani, che da candidato sindaco sta esplorando le diverse realtà sociali cittadine. A partire da quelle che sostituiscono, in parte, il Comune nel lavoro di assistenza e accompagnamento delle persone emarginate.

Ma l’ex presidente di Interporto, nella logica che il “pubblico” ha ancora una sua funzione forte, non intende deresponsabilizzarsi: «Non bisogna esternalizzare il sociale: il Comune deve fare in pieno la sua parte – sottolinea Giordani – Questo settore negli ultimi due anni è stato tagliato e indebolito. Quando invece è strategico. Ho scelto di partire dalla stazione, e dall’emarginazione grave, perché la comunità è come una famiglia: ci si affianca a chi è in difficoltà e si cerca di sorreggerlo», spiega con una metafora.

Emarginazione che costituisce degrado e si trasforma in disagio per molti padovani: «Sono consapevole delle criticità che la zona stazione e l’Arcella vivono quotidianamente. Ma guardo con una visione costruttiva alle possibili soluzioni – ha voluto spiegare Giordani – Potenziare i servizi sociali del Comune vuol dire dare più sicurezza: sia per quanto riguarda la tenuta della coesione sociale nei quartieri, sia per la prevenzione e il supporto alle forze dell'ordine».

Insomma, non tagli ai servizi sociali ma anche un potenziamento, con le assunzioni di assistenti sociali e altri professionisti necessari all’assistenza. «Il Comune deve coordinare le moltissime realtà padovane che fortunatamente lavorano per gli ultimi – prosegue Giordani nella sua riflessione – La mia amministrazione non lascerà che la città subisca le emergenze, ma le governerà», spiega con una nota polemica che guarda alla gestione della vicenda dei profughi fatta dall’ex sindaco Bitonci.

«Da imprenditore sono fermamente contrario al sistema assistenzialista: vorrei rimodulare i servizi comunali secondo il modello del welfare generativo, in un percorso costruito insieme al privato sociale e alle associazioni», conclude l’ex presidente di Interporto, aprendo le porte ai “Cantieri di carità e giustizia” organizzati dalla Diocesi: «Sono un punto di partenza e una guida preziosa così come il portato di tutte le esperienze che operano a Padova».

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