Giordano, il commercialista del caso Mose è il “dominus” delle società della diocesi

Il commercialista padovano implicato nella vicenda del Mose è anche il “dominus” di tutte le attività immobiliari della diocesi di Padova. A svelare le tante attività di Francesco Giordano è un’inchiesta del settimanale l’Espresso, a firma di Michele Sasso.
«Monsignor spa: tutti gli affari dei vescovi», è il titolo dell’inchiesta che traccia la mappa del denaro delle diocesi di tutta Italia. E che dedica un approfondimento proprio a Padova. Nella diocesi guidata oggi da Claudio Cipolla, dopo i 26 anni di Antonio Mattiazzo, tutto sembra ruotare attorno a cinque enti religiosi: il seminario vescovile, il movimento apostolico diocesano, l’opera della provvidenza di Sant’Antonio, l’opera Nostra Signora di Lourdes e l’istituto diocesano per il sostentamento del clero. In tutto vengono gestiti ben 862 beni tra appartamenti, case e cascine e più di mille terreni tra città e provincia. Oltre a società finanziarie con interessi nell’energia rinnovabile e investimenti in Bulgaria. Ma ci sono anche investimenti immobiliari raggruppati in tre società: “Ideal Tre”, “Case e case” e “Al Prà”.
A tirare le fila ci sarebbe proprio Francesco Giordano, 71 anni, romano d’origine ma da tempo residente a Venezia, arrestato nel giugno 2014 nell’ambito della vicenda delle tangenti per il Mose. Una storia per cui ha poi patteggiato un anno di reclusione con la pena sospesa per la condizionale e la restituzione di 40 mila euro.
L’accusa della procura di Venezia per Giordano era di essere uno dei consulenti fiscali dell’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati. Il commercialista, per consentire l’evasione delle imposte al Coveco (Consorzio veneto Cooperativo), avrebbe predisposto un contratto a progetto per un funzionario regionale (Giancarlo Ruscitti) a fronte di servizi che in realtà doveva rendere a Mazzacurati e non al Coveco.
Per la diocesi di Padova Giordano, secondo l’Espresso, avrebbe deciso la ristrutturazione della Casa del clero di via San Girolamo, costata circa 13 milioni di euro. Per dieci anni inoltre Giordano è stato a capo dei revisori dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero, per essere poi sostituito da uno dei soci del suo studio, che ha sede in via Trieste 32 a Padova. «C’era un palese conflitto d’interessi: dava il suo ok al bilancio redatto dal suo stesso studio», scrive l’Espresso.
«Non ho nessuno dei miei capi qui e non c’è nessun commento da fare», risponde una segretaria dello studio Giordano. No comment, sull’inchiesta, anche dalla diocesi. (c.mal.)
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