Giorgia e il suo bambino fatto in casa

«Niente ospedale, il mio Samuel è nato nell'acqua»
 
ROMA.
Ha fatto una scelta che in Italia fa solo una donna su mille: partorire in casa. Il piccolo Samuel è nato in acqua, nell'intimità del suo appartamento romano, 17 mesi fa. Pesava quattro chili ed è stato subito accolto da mamma e papà. Da allora Giorgia, protagonista di una scelta decisamente controcorrente, non ha mai voluto apparire sulle copertine dei rotocalchi nella classica foto con l'erede in braccio (non l'aveva fatto neanche con il pancione), né ha mai raccontato la sua esperienza, condivisa con il compagno, Emanuel Lo. «Quando sono rimasta incinta mi si è aperto un mondo», racconta la cantautrice romana, 40 anni compiuti pochi mesi fa e un nuovo album in arrivo il 6 settembre. Come tutte le future mamme si è informata, scoprendo «che c'è chi fa il cesareo, chi l'epidurale. Il messaggio che mi arrivava era che la gravidanza fosse una specie di malattia, e che la donna deve essere ospedalizzata, trattata come una malata. Per carità, ci sono situazioni in cui c'è bisogno del medico, ma nella maggior parte dei casi la donna è assolutamente la protagonista». Per Giorgia, bisogna «mettersi nella condizione di vivere l'esperienza capendola, gustandola, e non demandandola», perchè la gravidanza va «vissuta in prima persona» e il parto è «un punto di arrivo in cui la donna si può esprimere per quello che è». «Certo - ammette -, fa un male boia, è inutile prendersi in giro. Però forse è anche la cosa più naturale che si possa immaginare, perchè siamo fatte per questo», dice con una luce negli occhi. In un Paese dove il 40% dei bambini nasce con il cesareo, il parto a domicilio non è stata una scelta scontata: «All'inizio non credevo che poi avrei fatto il bimbo in casa, in acqua. Mi vedevo comunque guidata, in ospedale. Poi quando ero vicina al parto, ho sentito che non era il mio percorso». La gravidanza e il parto le hanno regalato una forza e una consapevolezza nuove: «E' stato meraviglioso come nei nove mesi sono cambiata. Ho acquistato una grande fiducia in me, cosa che di solito non ho. Ho vissuto questa esperienza con molta lucidità». Poi, in prossimità del lieto evento, «è arrivato tutto naturalmente. E alla fine ho sentito che si poteva fare. Certo, hai comunque bisogno di una persona che ti stia accanto, che ti segua, ovvero l'ostetrica. E' una figura-chiave nel parto, che ti lascia il tuo spazio, non dice cosa devi fare. Lo sai tu quello che devi fare, perchè il corpo è tuo». Anche l'elemento acqua è stato molto positivo: «Ti aiuta a prendere delle posizioni che ti supportano nel dolore. E ti permette di accogliere il bambino in un modo assolutamente armonioso, in una situazione in cui non c'è nulla di violento. Il bambino così arriva in un ambiente non troppo illuminato, viene subito accolto dalle braccia dei genitori».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova