Da Padova 2.220 ragazzi con il vescovo Cipolla a Roma per il Giubileo degli adolescenti
Partiranno il 25 aprile accompagnati da 400 animatori con un treno speciale e 33 pullman. Don Diego Cattelan: «Sarà un giubileo della speranza»

Il Giubileo degli adolescenti, in programma dal 25 al 27 aprile 2025 a Roma, si vivrà ugualmente, nonostante il lutto per la morte di papa Francesco e la coincidenza con il giorno del funerale.
Il programma rimane il medesimo, con qualche variazione: in particolare è stata annullata la festa in programma il pomeriggio di sabato 26 aprile al Circo Massimo e sospesa la canonizzazione del giovane beato Carlo Acutis prevista durante la celebrazione di domenica mattina.
Dalla Diocesi di Padova, insieme al vescovo Claudio Cipolla, partiranno per vivere il Giubileo della Speranza 2.200 ragazzi/e compresi circa 400 giovani educatori (tra cui una quarantina di sacerdoti, diaconi e numerosi religiosi e religiose), che accompagneranno gli adolescenti a vivere questo momento speciale, seppure modificato nelle aspettative dall’improvvisa morte di papa Francesco. Suddivisi in un’ottantina di gruppi i giovani pellegrini raggiungeranno Roma grazie a un treno speciale che partirà alle 9.20 di venerdì 25 aprile dalla stazione di Padova e a 33 pullman in partenza all’alba da diverse zone della Diocesi.
Il programma
Gli adolescenti della Diocesi di Padova avranno come base di riferimento la Fiera di Roma, dove dormiranno con i loro sacchi a pelo, mentre le giornate romane, per i pellegrini “padovani” prevedono: nel tardo pomeriggio (ore 18) di venerdì 25 aprile la preghiera della Via Lucis alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’EUR; mentre sabato 26 aprile al mattino sarà data la possibilità ai gruppi di scegliere se partecipare al funerale di papa Francesco, mentre dalla tarda mattinata fino a metà pomeriggio ci sarà il pellegrinaggio alla Porta Santa alla basilica di San Paolo fuori le Mura insieme agli altri ragazzi e ragazze del Triveneto. Qui guiderà il momento di preghiera il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, vescovo delegato della CET (Conferenza episcopale Triveneto) per la Pastorale dei giovani. Ci sarà poi la possibilità di partecipare a dei “dialoghi con la città” in diverse piazze di Roma dove l’animazione sarà garantita da alcune realtà associative. Infine la tre-giorni romana si concluderà domenica 27 aprile con la solenne celebrazione in piazza San Pietro, con inizio alle ore 10.30. In serata è previsto il rientro in Diocesi.
Il tempo del lutto
Pensata come un’occasione di festa e fraternità – sono circa 80mila gli adolescenti da tutto il mondo iscritti a questo evento (di cui 12mila dal Triveneto) – con l’atteso incontro con il santo padre Francesco, il Giubileo degli adolescenti vivrà invece il tempo del lutto e dell’ultimo saluto al Santo Padre. Uno stravolgimento di prospettiva che, sottolineano gli organizzatori – può rappresentare un’occasione per i giovanissimi/e.
«Ci immaginavamo un momento di festa e di gioia – commenta don Diego Cattelan, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei giovani di Padova – e invece siamo velati dalla tristezza per la morte di papa Francesco. Ma questa coincidenza può essere un’opportunità per i nostri ragazzi e ragazze. Sarà comunque un Giubileo della speranza, un momento di incontro con coetanei provenienti da tutto il mondo e rappresenterà la possibilità di dare significato nuovo all’esperienza che si vivrà: sarà un modo per ringraziare papa Francesco per quello che ci ha lasciato, per quello che ha comunicato ai giovani e agli adolescenti. E per tutti i cristiani sarà l’occasione di ricordare che siamo qui per celebrare una vita che continua anche dopo la morte, perché il Signore è con noi sempre e questo è davvero il messaggio di speranza che possiamo oggi celebrare con il Giubileo. Anche in questo momento possiamo ricordarci che insieme con il Signore la speranza non delude».
«Abbiamo accompagnato con la preghiera la malattia e il ricovero di papa Francesco – fa eco don Alberto Sonda, che è referente per la pastorale degli adolescenti all’interno dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei giovani – Questa esperienza che stiamo per vivere viene segnata ora dalla delusione per un mancato incontro con il Santo Padre, che può però essere trasformata facendo tesoro di quanto papa Francesco ha insegnato. I ragazzi e le ragazze potranno, infatti, cogliere forse con maggiore evidenza cosa significa essere Chiesa e far parte di una comunità; ma anche riconoscere come papa Francesco abbia dedicato e impegnato la sua vita per il Vangelo, nella ricerca di una giustizia sociale, nell’accoglienza dei poveri, nell’impegno costante e fino all’ultimo istante per la pace nel mondo, tra i popoli e le nazioni. La speranza allora è che si respiri ancora di più cosa è stato papa Francesco, cosa ha significato per la Chiesa e cosa possiamo fare noi cristiani nel momento in cui accogliamo il Vangelo nella nostra vita».
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