Gli 80 anni di Villaggio Fantozzi ma non solo

ROMA. È una delle maggiori figure di spicco della comicità italiana. Paolo Villaggio, 80 anni il 30 dicembre, viene notato durante uno spettacolo da Maurizio Costanzo che lo convince a trasferirsi a Roma per fare cabaret. Seguono le trasmissioni tv, il sodalizio con altri comici come Cochi e Renato. Dal set televisivo passa poi alla macchina da scrivere facendo pubblicare i suoi brevi racconti che contengono una feroce satira sociale, incentrati sulla figura del ragionier Ugo Fantozzi, uomo dal carattere debole, perseguitato dalla sfortuna e dal «megadirettore« della «megaditta«, dove Fantozzi lavora. Nel 1971 la casa editrice Rizzoli pubblicha il libro “Fantozzi”, basato proprio su questi racconti. Il successo dei suoi best-seller (ne scrive tre, tutti editi dalla Rizzoli), gli dà l’opportunità di darsi al cinema con successo e profitto. Villaggio aveva già lavorato in alcuni film (tra cui “Brancaleone alle crociate” di Monicelli del 1970), ma solo con il celebre film “Fantozzi” di Luciano Salce nel 1975 incomincia ad essere apprezzato anche in questo campo. Ne seguono tanti altri, ben 9 sul personaggio del mitico ragioniere (1 di Salce, 7 di Neri Parenti e 1 di Domenico Saverini), oltre a quelli fatti interpretando personaggi minori, quali Giandomenico Fracchia e il professor Krainz. Lavora anche con maestri del cinema quali Federico Fellini (nel 1990 con “La voce della Luna”, insieme a Roberto Benigni), Lina Wertmuller (nel 1992 con “Io speriamo che me la cavo”), Ermanno Olmi (nel 1993 con “Il segreto del bosco vecchio”), Mario Monicelli (nel 1994 con “Cari fottutissimi amici”) e Gabriele Salvatores (nel 2000 con “Denti”). Numerosi premi cinematografici.
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