Gli allievi di Piano al lavoro per la città

CENTRO. Le menti più giovani e brillanti dell'ateneo scendono in campo per “rammendare” le periferie padovane, secondo quello che è ormai conosciuto come il “Metodo Piano”. L'idea parte dal dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale (Dicea), che già da diverso tempo, grazie all'impegno ed alla passione del professor Edoardo Narne, ha avviato una collaborazione con il celebre architetto, attraverso una serie di attività “padovane”, e anche con stage al fianco del progettista. Piano, architetto di fama mondiale e senatore a vita, finanzia borse di studio riservate ad alcune università italiane, tra cui quella di Padova, per portare con sé i gli studenti più promettenti al suo studio parigino. Il frutto di queste collaborazioni, ora, viene messo a disposizione della città: un primo esperimento è già partito a Massanzago, dove studenti e docenti sono all’opera per riqualificare una zona abbandonata e periferica. Il Comune guadagna una soluzione innovativa e funzionale e gli studenti, retribuiti grazie ad una borsa di studio, iniziano a mettere (utilmente) in pratica le proprie conoscenze. Quella sperimentazione, ora, continua con un accordo quadro tra Università e Ascom, presentato ieri a Palazzo Bo. «La nostra associazione», spiega Federico Barbierato, direttore generale di Confcommercio Ascom Padova «farà da ponte tra l'accademia e il territorio: creeremo contatti e sinergie, facendo da tramite con le istituzioni locali». Ascom ha dato un contributo anche economico, finanziando alcune borse di studio per gli studenti che lavoreranno ai progetti. Altri finanziamenti potrebbero arrivare dalla Fondazione Cariparo. Si parte dal centro storico, con un percorso sui cinque sensi, per abbracciare tutta la città. «La novità», spiega Edoardo Narne (Dicea), «sta nell'ampiezza del progetto: parliamo di cinque anni di interventi, che partono dal centro e poi si irradieranno su varie direttrici, prima nei quartieri e poi nei comuni limitrofi. La nuova progettazione lavora sempre più sulle relazioni umane, sui flussi di persone e sulla condivisione di luoghi e di spazi. Non ci saranno pochi, grandi cantieri, ma tanti e piccoli. E noi concentreremo le migliori teste dell'Ateneo per farle lavorare sulla città, attraverso delle borse di studio. Questa è la grande lezione che ci ha dato Piano».
Silvia Quaranta
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