Gli itinerari fluviali per padovani e turisti

Il progetto presentato al Comune dagli “Amissi del Piovego”

PADOVA. La golena San Massimo e il ponte delle Torricelle come snodi centrali degli itinerari fluviali che l’associazione Amissi del Piovego ha proposto al Comune nell’ambito del progetto di creazione del Parco delle mura e delle acque. Un progetto a più step, per magnificare la bellezza della città navigabile e rinsaldare il rapporto tra questo anello e i padovani, oltre che aprire un nuovo filone turistico.

Quindici stazioni. Il punto d’approdo finale: costituire un tracciato composto da 15 stazioni di visita, in un percorso circolare e continuo secondo il tracciato delle mura e le acque che lo lambiscono.

“Questo percorso – spiega Alessandro Campioni - sarà collegato ai grandi assi ciclopedonali e acquei presenti o in costruzione. Assi che si snodano ben oltre i confini provinciali di Padova”.

Il progetto ovviamente sarà realizzato per stralci. Primi percorsi sull'acqua saranno Torricelle-Castello Carraresi; Castello-Ghirlanda; Castello-Alicorno; Castello-Bassanello etc. In una seconda fase: San Massimo-Portello; Portello-Porte Contarine; Porte Contarine-San Leonardo; San Leonardo-Sant'Agostino etc.

In passato, in collaborazione con il Comune e il Genio Civile, gli “amissi” hanno fatto molto per la città d’acqua, dal recupero e riuso della golena comunale di San Massimo a quello di una scalinata al Portello, dallo stombinamento del tratto finale del Naviglio fra Conca Porte Contarine e il Piovego al dragaggio in più riprese del Piovego in città.

Vista sul Santo. Successivamente sarà possibile considerare un ulteriore percorso straordinario, cioé quello che va dalle Gualchierie ai giardini Treves. Si potrà godere della vista del Santo, passare per luoghi straordinari come l'Orto Botanico (magari visitarlo tramite un piccolo approdo), sfilare lungo l'antico Porto del Santo, Pontecorvo e appunto arrivare allo strepitoso quanto nascosto gioiello progettato dall'architetto Jappelli. Quest'ultim, peraltro già nato in origine per essere frequentato dalle barche.

San Massimo. Lo snodo centrale del progetto sarà proprio in golena San Massimo, dove rieccheggia lo storico Porto del sale di cui il Ponte delle Grade (grade, ovvero delle grate cioè inferiate calate in acqua per evitare i transiti notturni del contrabbando) è testimone. Il corso d'acqua ha rappresentato per secoli una delle più importanti vie d'acqua per la città, in direzione della laguna di Venezia, e il Ponte è stata la porta fluviale urbana, dopo la realizzazione delle mura veneziane (XVI secolo). Da evidenziare il fatto che dalla metà del XIX secolo il bacino (mandracchio) del Porto del Sale lungo il Roncajette è alimentato, oltre dal canale San Massimo, anche dal canale Piovego, le cui acque (in eccesso) sono riversate per mezzo dels istema idraulico detto “sostegno di San Massimo”, manufatto ben visibile da Via Gattamelata, accostato al bastione del Portello vecchio.

L'area dell'Antico Porto del Sale ha una straordinaria doppia prospettiva, una da Via San Massimo e l'altra da Via Gattamelata, quest'ultima simile a quella in origine godibile dall'acqua provenendo da Chioggia, al termine della navigazione lungo il Bacchiglione. E’ possibile verificare quanto più bassi fossero i livelli originari del Piovego con conseguente esposizione della cortina in tutta la sua altezza.

Costruire barche. La golena, già oggi quartier generale degli “amissi”, costituirebbe la prima stazione dei percorsi acquei: qui si vorrebbero realizzare uno squero didattico e un sito ambientale sulle acque. Squero, ovvero officina per le barche: mostrerebbe e consentirebbe di mettere in pratica gli antichi saperi della costruzione e manutenzione delle barche tradizionali venete. Nello squero sarà possibile vedere in pratica come le barche vengono costruite e mantenute ed imparare a farlo. Sarà possibile anche fare delle escursioni in barca a remi e imparare a vogare alla veneta.

La struttura riporterà per la prima volta a Padova la navigazione fluviale storica che abbraccerà naturalmente i principi di turismo lento, dolce, consapevole e sostenibile.

Il secondo progetto consiste nella realizzazione di due piccole acquacolture didattiche galleggianti dove sarà possibile capire i principi del biotopi presenti nei canali padovani. La fauna ittica, i mitili presenti quelli autoctoni e quelli non autoctoni, le piante acquatiche presenti con i relativi equilibri biochimici che questi creano. Sarà anche possibile imparare le tecniche di acquacoltura e la gestione di questi impianti. Il progetto per la golena dovrebbe essere realizzato per stralci in tre anni. Obiettivo, l’autonomia finanziaria per non gravare sulle casse pubbliche.

Le Torricelle. L’unico vero punto debole della golena San Massimo è il suo isolamento: ecco perché gli Amissi hanno pensato a un secondo fulcro più centrale, sia per i padovani sia per un eventuale flusso turistico. Da qui, l’idea di un nuovo approdo al Ponte delle Torricelle: luogo da dove partire per visitare Padova dall'acqua potendo contare su un attività fissa e continuativa in un luogo di facile accessibilità e conosciuto da tutti. Approdo pensato per le piccole barche in legno a remi della tradizione veneta. Il ponte delle Torricelle sarà il centro d'inerzia diretto ed indiretto per tutte le attività padovane legate all'acqua, che potranno diventare progressivamente un nuovo asset culturale ed anche commerciale della città.

Carraresi. Il progetto prevede anche un servizio fisso di barche al castello dei Carraresi da mercoledì alla domenica con due tratte di percorrenza: da e per il ponte delle Torricelle e da e per il Bassanello, rispettivamente ogni 10 e ogni 35 minuti.

Il Comune deve crederci: la sfida è tutta qui. (2/continua)

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