Gli psicologi: "Trovati video porno nei cellulari di bimbi delle elementari"

Allarme all'incontro degli specialisti con le famiglie a Padova: "Urgono corsi di rieducazione sessuale per i genitori"

PADOVA. L’educazione alla sessualità serve anche nelle scuole, oggi più che mai. E serve ai genitori, per affrontare adeguatamente l’istruzione dei figli. Lo sostengono gli psicologi padovani, ed in particolare di Alba Mirabile, sessuologa, che da tempo tiene lezioni ai più piccini e seminari indirizzati a genitori ed educatori.

Sabato, insieme alla collega Samuela Sommacal, ha incontrato i genitori dell’Arcella, alla parrocchia della Natività, per dare risposte ed alcune indicazioni al gruppo di mamme e papà che hanno aderito all’iniziativa. «In una società dove la sessualità è ovunque, e spesso molto esplicita», spiega Mirabile, «in famiglia resiste un tabù su questo argomento. I genitori evitano di dare un nome alle parti intime dei bambini, cercano di sviare le loro domande, li allontanano da immagini anche innocue. Mi riferisco» precisa la psicologa «non a scene estreme, ma magari ad un bacio televisivo: è qualcosa che vedono nei cartoni animati, o in casa. Non c’è nulla di male, se collegano quel gesto ad un atto d’amore che unisce anche i loro genitori. Di tutto si può parlare, con le parole adatte all’età: per educazione sessuale nelle scuole s’intende un’educazione all’affettività, prima di tutto, e poi a conoscere il proprio corpo, quindi ad avere consapevolezza di come si è fatti».

Anche perché i pericoli derivanti dalla “mancata educazione” possono essere molto più insidiosi di quanto si pensi: «In tempi in cui il governo tende a tagliare sulle spese per i corsi nelle scuole» spiega ancora Mirabile «a volte sono i genitori stessi a chiedere aiuto. Un caso recente mi è capitato nel Vicentino: le famiglie hanno sollecitato l’intervento di uno specialista, arrivando a pagare le lezioni di tasca propria. La necessità è insorta in una quarta elementare, in seguito ad un episodio che aveva spaventato e messo in allarme tutta la scuola: alcuni bambini avevano dei video porno nel cellulare, trovati su internet. Per un bambino che non ha alcuna esperienza di queste cose, immagini di quel genere sono traumatiche. I genitori si sono resi conto, allora, che c’era bisogno di un intervento esterno, per dare ai bimbi delle spiegazioni con le parole più adeguate».

Senza arrivare a casi così estremi, del resto, il problema è diffuso. «Molti bimbi delle elementari» continua la psicologa «hanno già un cellulare: per i genitori è rassicurante, perché permette loro di tenerli sotto controllo finché sono fuori, ad esempio per lavoro. È utile, ma anche diseducativo: il telefono non sostituisce un genitore, e l’accesso incontrollato al web espone i bambini a molti rischi. Trovano parole e immagini che non capiscono, e se non siamo noi educatori a dare loro le risposte, ne troveranno di sbagliate». L’invito ai genitori, allora, è ad informarsi, superare il naturale imbarazzo e scegliere la giusta modalità di approccio: «Non c’è niente di male» conclude Mirabile «nel dire “la mamma non lo sa, ma ne parla con papà e stasera ne discutiamo”. Anzi, è bene prendere il proprio tempo e poi parlarne tutti insieme».

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