Grafica Veneta di Trebaseleghe, chiusa la vertenza. Assunti anche gli altri 11 lavoratori

Accordo tra Fiom Cgil e azienda, il sindacato ritira la causa per razzismo nei confronti di Franceschi

Cristiano Cadoni

PADOVA. Nessun lieto fine è possibile dopo una storia molto brutta. Ma per la vertenza Grafica Veneta arriva un buon epilogo, che riconosce i diritti dei lavoratori sfruttati e minacciati all’ombra della grande stamperia dalla Bm Service, l’azienda trentina che aveva in subappalto l’etichettatura e l’impacchettamento dei libri. Come per i 19 lavoratori assistiti da Adl Cobas, che da quel sindacato si sono sfilati qualche giorno fa per concludere le loro trattative con l’assistenza della Uilm e farsi assumere o risarcire, anche per gli undici difesi dalla Fiom Cgil (non solo pachistani, ma anche di diversi paesi dell’Africa) arriva l’accordo che chiude il caso.

Tre saranno assunti a tempo indeterminato e riceveranno mille euro di risarcimento; altri tre saranno assunti a tempo determinato ma per più di sei mesi, e saranno dunque in prima fila nel caso di future assunzioni definitive, e avranno anche duemila euro di risarcimento.

Per gli altri cinque, che nel frattempo si sono trasferiti e non erano più interessati al posto, sono previsti risarcimenti: di 5 mila euro per quattro, di 11 mila euro per l’altro. Per chiudere l’accordo, il sindacato ha ritirato la causa contro il presidente dell’azienda, Fabio Franceschi, accusato di discriminazione per motivi di razza.

LA MEDIAZIONE

Mesi di trattative a vuoto al tavolo della Prefettura avevano convinto tutti che un’intesa fra sindacati e azienda non fosse possibile. Ma nelle ultime settimane il quadro è cambiato. E Franceschi, forse anche pensando alla causa per razzismo, ha riaperto le porte al confronto. Il resto l’hanno fatto gli avvocati: Emanuele Spata per Grafica Veneta, Marco Paggi e lo studio legale di Giancarlo Moro con Dora Rizzardo per la Cgil e la Fiom. «L’azione legale che abbiamo promosso dopo l’intervista di Franceschi alla Stampa (quella nella quale il patron diceva di non voler più assumere pachistani e si concedeva alcune riflessioni sul loro stile di vita, ndr) deve aver sortito qualche effetto», commentano il segretario generale della Cgil Aldo Marturano e quello della Fiom Loris Scarpa, «tanto da indurre il presidente di Grafica Veneta a fare visita alla comunità pakistana. In effetti, in questo modo, molti dei lavoratori coinvolti e assistiti da un’altra organizzazione sindacale hanno deciso di abbandonarla e sottoscrivere accordi individuali. Ma per la stragrande maggioranza dei lavoratori seguiti dalla Fiom e dalla Cgil il rapporto di fiducia non si è interrotto. Oggi lo possiamo dire: hanno fatto bene visto che siamo riusciti a ottenere il risultato». Condizione per raggiungere questo accordo è stata la rinuncia alla causa per discriminazione che Cgil Fiom e Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione avevano aperto. L’udienza era fissata per ieri mattina ma non si è tenuta, dopo le strette di mano di mercoledì sera.

DA LUNEDì AL LAVORO

Cinque dei sei neo-assunti inizieranno a lavorare il 23 febbraio, il sesto lo farà a maggio perché fino ad allora sarà nel suo paese di origine dove è tornato per sposarsi. Gli altri riceveranno un risarcimento. «È stata una battaglia durissima», dicono Marturano e Scarpa. «Abbiamo organizzato manifestazioni e spettacoli teatrali con il coinvolgimento di artisti e intellettuali con cui ci siamo battuti per tenere viva la fiamma dell’indignazione su un fenomeno, quello del caporalato, la cui diffusione nei nostri territori non può non inquietare. In questa vicenda i fatti parlano più di una sentenza: Franceschi due mesi fa dichiarava “mai più pachistani nella mia azienda” e ora ne ha assunti un bel po’ e la contestata condotta discriminatoria è stata ritirata».

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