Grenfell Tower, choc al processo Immunità penale a chi dice la verità

Il padre di Gloria: «Assurdo». Per la commissione d’inchiesta è necessaria per far parlare i testimoni
epa06804886 A view of the Grenfell Tower in London, Britain, 13 June 2018, on the eve of the Grenfell Tower fire's first anniversary. The fire hit the 24-storey Grenfell Tower block on 14 June 2017 in North Kensington, West London, killing 72 residents. EPA/NEIL HALL
epa06804886 A view of the Grenfell Tower in London, Britain, 13 June 2018, on the eve of the Grenfell Tower fire's first anniversary. The fire hit the 24-storey Grenfell Tower block on 14 June 2017 in North Kensington, West London, killing 72 residents. EPA/NEIL HALL



Si appresta ad entrare nelle fasi cruciali l’inchiesta pubblica voluta dal governo britannico per far luce sulle cause del disastroso incendio della Grenfell Tower di Londra dove, nella notte tra il 13 ed il 14 giugno 2017, morirono 71 persone, tra le quali i giovani fidanzati architetti Gloria Trevisan e Marco Gottardi. E non mancano i colpi di scena come la richiesta di questi giorni rivolta all’Attorney general britannico Geoffrey Cox (l’alto funzionario statale che offre consulenza giuridica al governo ndr), dalla commissione d’inchiesta indipendente che si sta preparando alla seconda fase delle audizioni, di garantire l’immunità penale per tutti i testimoni chiamati a parlare nel caso si dovessero auto-accusare.

«È una cosa assurda e mai sentita qui in Italia» commenta a caldo Loris Trevisan il papà di Gloria. «È una sorta di baratto che scambia la verità con l’immunità. Siamo ben lontani dal nostro concetto di giustizia» aggiunge Trevisan.

Secondo il presidente della commissione d’inchiesta, l’alto magistrato a riposo sir Martin Moore-Blick, invocando il parere degli avvocati dello staff legale della commissione stessa, si tratta di una richiesta necessaria a garantire trasparenza sull’accaduto e che i testimoni dicano “la verità” sulle negligenze e le responsabilità che emergeranno relativamente al rogo che distrusse la vita di 71 persone nel grattacielo di edilizia popolare vicino al quartiere di lusso di Chelsea.

Alcuni familiari delle vittime inglesi hanno subito vivacemente protestato ma il presidente Moore-Bick ha indicato i precedenti di carie inchieste pubbliche britanniche, tra le altre su crimini di guerra attribuiti a militari in Irlanda del Nord ed Iraq – in cui pure fu assicurata l’immunità ai testimoni. Loris Trevisan conferma che «Come testimoni abbiamo ricevuto un questionario che compileremo insieme al nostro avvocato Maria Cristina Sandrin e che dovremo inviare nei prossimi giorni a Londra. La questione è molto tecnica ma riguarda anche questo aspetto dell’immunità. Personalmente trovo assurdo che per dire la verità si debba avere garantita la non responsabilità. È una cosa che non esiste, siamo su un altro pianeta».

In Italia, effettivamente questa possibilità non c’è ed il testimone che viene chiamato a rispondere senza la presenza di un avvocato ed ha il dovere di dire la verità; se nel corso dell’audizione emergono profili di eventuale responsabilità, viene subito invitato a nominare un proprio avvocato.

Ma evidentemente in Inghilterra non funziona così e per dichiarare la verità, ci si cautela prima. Aumentando così ancor di più, se possibile, il dolore delle famiglie di Gloria e Marco e di quelle dei loro coinquilini morti intrappolati in una torre di fiamme e fumo. ––



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