Grotta Azzurra, la musica (jazz) è finita

FORCELLINI. Una bega di quartiere come tante, un problema risolvibile con una chiacchiera e una stretta di mano, ma che stavolta rischia di costare alla città una delle rassegne musicali jazz più assidue dell'ultimo anno, la "Night & Day double jazz event" del ristorante La Grotta Azzurra di via Colleoni. Il problema, sempre lo stesso: il rumore. «La rassegna è cominciata a maggio» spiega il titolare Massimiliano Feriani «e fin da subito abbiamo ricevuto le visite della polizia municipale, chiamata dal vicinato che contestava l'alto volume della musica in orari poco consoni». Ordinaria amministrazione; si consideri però che i concerti de La Grotta Azzurra si svolgevano sabato dalle 21 alle 23.30 e domenica dalle 12 alle 14, rigorosamente in acustico. «La polizia si è sempre presentata in orari strampalati» continua Feriani «alle 22.30, alle 22...persino alle 21. Orari in cui dovrebbe essere consentito far musica. Evidentemente ricevevano tante telefonate da esser costretti a intervenire». Il problema è che, stando a Feriani, quasi tutto il vicinato è spettatore assiduo...«Tutti eccetto uno, che spesso è sceso al ristorante portando scompiglio fra la clientela, tanto che ho dovuto sporgere querela». Ciliegina sulla torta, ieri a La Grotta Azzurra è stato recapitato un verbale per inquinamento acustico, in cui si fa divieto di utilizzo di qualsiasi dispositivo sonoro. La data incriminata, il 23 giugno, quando la cantante Aisha Ruggieri tenne il suo concerto in un orario in cui normalmente simili verbali non vengono emessi: le 14.30. «Multe non ce ne hanno mai comminate, perchè non abbiamo mai violato la legge» spiega Feriani «Infatti la polizia è sempre stata ragionevole, ma la settimana scorsa, durante il concerto dell'Enrico Dal Bosco Quintet, sono stati inflessibili. Asfissiati dalle continue chiamate hanno voluto visionare i documenti, autorizzazioni, borderò Siae...a quel punto la misura era colma, e ho deciso di sospendere la rassegna». Il titolare de La Grotta Azzurra perde così gli introiti derivanti dai concerti, ma si risparmia ulteriori travasi di bile. La città, invece, perde una rassegna il cui direttore artistico è una vacca sacra del circuito jazzistico locale, il batterista Enzo Carpentieri, e che in appena due mesi ha saputo proporre nomi come Monica Tavarner, Marc Abrams, Ruggero Robin, Ettore Martin e molti altri, gradita sia dai padovani che da tanti turisti.
Riccardo Cecconi
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