Guerra plateatici a Padova, la Gineria fa ricorso al Tar

PADOVA. Ricorso al Tar contro la stretta sui plateatici in centro storico. Lo ha presentato la società Full Project, che ha inoltrato l’impugnazione attraverso lo studio degli avvocati Alvise Arvalli ed Elena Fabbris, nei confronti della Sovrintendenza e del Comune, dopo che al plateatico della Gineria Gourmet di piazza dei Frutti, angolo via Boccalerie, sono stati tolti sia gli ombrelloni che i corpi scaldanti.
Full Project è la stessa azienda che gestisce due locali omonimi, di cui uno in via Squarcione (ex Godenda) e l’altro a Mirano (Venezia) ed un altro ancora che si chiama Crudo e si trova in Galleria Borromeo. «Innanzitutto è giusto chiarire che abbiamo inoltrato al Tar un ricorso in via precauzionale senza richiesta della sospensiva», osserva Arvalli, «Questo perché siamo già nei mesi invernali ed il problema del plateatico si riproporrà nella prossima primavera-estate. Di conseguenza c’è tutto il tempo per facilitare la trattativa in corso tra i gestori dei locali messi sotto accusa e la Sovrintendenza con la mediazione dell’assessorato al Commercio».
Sempre l’avvocato Arvalli sostiene che la Sovrintendenza, in base alle normative vigenti, non potrebbe intervenire sulle singole attività, ma solo sui cosiddetti piani di zona, messi in atto dai Comuni dopo avere sentito le associazioni di categoria.
Tre giorni fa due piani sono stati approvati dal Comune di Venezia per la movida serale a Cannaregio e alla Misericordia. Ed infine l’avvocato, nell’ambito del ricorso, ha anche fatto notare come mai, tra gli otto esercizi pubblici di Piazza dei Frutti, escluso il bar Margherita che ha una struttura fissa, sia stato penalizzato solo il plateatico della Gineria.
Sulla vicenda dei plateatici interviene anche Erminio Alajmo, appena riconfermato presidente dell’Appe. «Andava bene regolare la situazione che si era creata in piazza dei Signori, dove i tavolini erano troppi», sottolinea il papà delle Calandre, «Ma adesso mi pare che la Sovrintendenza stia esagerando. I tavolini, gli ombrelloni e le strutture collaterali, a Parigi come a Firenze, a Barcellona come a Roma, a Parma e Verona, fanno diventare le città più belle ed accoglienti. Come mai solo a Padova succede il contrario perché c’è un Sovrintendente che non la pensa come i suoi colleghi?». —
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