Guida ai laghi balneabili in Veneto: i più belli, i meno conosciuti

VENEZIA. Prima regione turistica d'Italia, alle prese con un'estate del tutto atipica segnata soprattutto dal turismo di prossimità, il Veneto sa di essere terra completa, dotata di ogni possibile risorsa: dal mare alla montagna, dai colli alle città d'arte. E i laghi, a partire dal Garda,
Laghi di pianura ma anche splendidi gioielli incastonati tra le montagne, le Terre alte della provincia di Belluno, ma non solo. Laghi che il più delle volte si possono ammirare e fotografare, fernandosi lì perché non sono balenabili e la temperatura dell'acqua sconsiglia comunque... qualsiasi avventura.
Garda a parte, i laghi balneabilli più noti e frequentati sono distribuiti tra Treviso e Belluno, come mostra sommariamente questa cartina.
Vi sarà probabilmente capitato, gironzolando per il web, di vedere le fotogallery dei laghi veneti: molte contengono immagini spettacolari, ma informazioni parzialmente errate, rispetto alla reale balneabilità dei laghi (e in qualche caso dei fiumi) del Veneto.
Dal 1999 Arpav esegue sulle acque costiere del Veneto i controlli per la verifica dell'idoneità alla balneazione, previsti dalla vecchia normativa fino all'anno 2009 e dalla nuova normativa dall'anno 2010.
Ogni anno la Regione, per la parte di propria competenza territoriale, individua sia le acque destinate alla balneazione, sulle quali viene attivato un sistema di sorveglianza e controllo da parte di Arpav, sia le acque non destinate alla balneazione ovvero da vietare permanentemente alla balneazione a cura dei Comuni interessati.
Nel 2020 la rete di monitoraggio prevede complessivamente 174 punti di controllo (corrispondenti a 174 acque di balneazione) così ripartiti negli 8 corpi idrici in esame: 95 punti sul mare Adriatico, 1 sullo specchio nautico di isola di Albarella, 65 sul lago di Garda, 4 sul lago di Santa Croce, 1 sul lago del Mis, 4 sul lago di Centro Cadore, 2 sul lago di Lago e 2 sul lago di Santa Maria.
Su ogni punto di controllo, durante il periodo di campionamento, si eseguono rilevazioni di parametri ambientali, ispezioni di natura visiva e prelievi di campioni di acqua per l'analisi batteriologica (requisiti di qualità) su due parametri di derivazione fecale Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. Nel caso in cui dai profili delle acque di balneazione emerga una tendenza alla proliferazione di cianobatteri, macroalghe o fitoplancton marino sono previste delle indagini specifiche per determinarne il grado di accettabilità e i rischi per la salute.
E' prevista una frequenza dei controlli almeno mensile durante il la stagione balneare (per la Regione Veneto dal 15 maggio al 15 settembre) per tutti i punti in esame; è previsto il primo controllo dell'anno entro 10 giorni dall'inizio della stagione balneare. Ulteriori controlli sono previsti in caso di risultati non favorevoli delle analisi.
Durante il periodo di campionamento, per valutare l'idoneità di un'acqua di balneazione, vengono utilizzati dai Comuni specifici criteri di valutazione.
I dati analitici ottenuti nell'ambito del monitoraggio sono inviati con cadenza almeno bisettimanale al Portale Acque del Ministero della Salute. Gli stessi dati vanno ad implementare il Sistema Informativo Regionale Ambientale di Arpav attraverso il quale viene aggiornata la situazione della balneabilità.
Al termine della stagione balneare, sulla base delle risultanze dei controlli eseguiti negli ultimi 4 anni e su proposta di ARPAV, la Regione Veneto provvede alla classificazione delle acque di balneazione per l'anno successivo, sulla base di specifici criteri di valutazione.
Inoltre, sempre al termine della stagione balneare, viene redatto un rapporto sui risultati dell'attività di monitoraggio svolta nell'anno, in applicazione della vigente normativa di settore.
Ecco, qui sotto, la tabella aggiornata sui punti di controllo delle acque venete
Ed ecco le nostre mini schede sui laghi balneabili: cliccando qui trovate la relativa pagina della promozione turistica del veneto: The Land of Venice con tuitte le proposte anche per il tempo libero
LAGO DI GARDA
Scegliere il Garda Veneto vuol dire avere voglia di fare un salto all’indietro nel tempo, a partire dalla storia più antica, come quella che raccontano i tre siti palafitticoli preistorici di Peschiera del Garda, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Vuol dire attraversare l’epoca romana con le rovine e i reperti in tanti borghi del lago, e capolavori unici al mondo come l’Arena e il Teatro Romano a Verona. E respirare il Medioevo, con le leggende longobarde sulla Fortezza della Rocca di Garda, purtroppo distrutta, e i castelli scaligeri di Lazise e Valeggio sul Mincio, di Malcesine e Torri del Benaco che ospitano anche veri e propri musei.
Chi ama lo sport e l’attività velica hai trovato il tuo paradiso! Sul Garda Veneto puoi sfruttare ogni ora della giornata tra uscite in barca a vela, catamarano, windsurf o kite e, quando il vento cala, puoi fare cruising in canoa, kayak o con lo stand up paddling: un’occasione unica per scoprire calette e piccole insenature che in auto, dalla via Gardesana, non riusciresti mai a vedere!
Nell’Alto Garda Veneto, da Brenzone sul Garda fino a Malcesine, il vento soffia regolare più di dieci ore al giorno. Così, come solo in pochi posti al mondo, puoi scendere con il vento in poppa la mattina grazie al Pelèr che arriva da nord, e rientrare il pomeriggio con la stessa andatura con l’Ora, il vento del sud.
Anche nel Basso Garda Veneto, tra Bardolino e Peschiera del Garda ci sono circoli federali e scuole di vela di livello: durante l’estate per gli allenamenti fanno base nell’Alto lago, dove c’è più vento, mentre in inverno la zona ideale è proprio da Garda in giù, dove il freddo e pungente Pelèr quasi non si avverte.
Anche per questo, soprattutto nella zona di Peschiera del Garda, sono molto forti sport tradizionali come il canottaggio e la voga alla veneta. E se vuoi volare sull’acqua con un paracadute o sciare sulle onde trainato da una barca a motore, qui puoi farlo: non perderti un’uscita in parasailing o un’esperienza di wakeboarding!
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LAGO DI SANTA CROCE

I monti dell’Alpago e del Nevegal si specchiano vanitosi nelle splendide acque verde azzurre di questo lago nato da una frana che ha deviato il corso del Fiume Piave.
E’ il Lago di Santa Croce, secondo bacino per ampiezza del Veneto, meglio conosciuto come il “lago del vento”. Sì, perché qui le correnti termiche pomeridiane fanno la gioia dei tanti appassionati che lo hanno eletto a palestra di sport come windsurf e kitesurf.
Il bacino turistico del lago di Santa Croce risulta di estremo interesse per tutti coloro che desiderano abbinare la vacanza in montagna alla pratica sportiva: vela, windsurf e kitesurf, pesca sportiva, maneggi e l'indimenticabile esperienza di volo lanciandosi col parapendio dalla cima Dolada sull'Alpago.
Tanti anche gli itinerari da percorrere a piedi, come quello che conduce all’Oasi di Sbarai, una vasta zona umida di circa trenta ettari dove abbondano canneti, salici e pioppi. E che è diventata habitat di molte specie di uccelli come il Tuffetto, la Pavoncella, la Cannaiola, l’Airone cenerino.
I paesi e i villaggi che costeggiano il lago conservano ancora alcuni esempi di tipiche architetture di case a gradoni, con coperture in lastre di pietra, paglia e cannette palustri.
L'intera conca offre lo spunto per numerose visite culturali tra cui il Museo di Storia Naturale a Chies. Mentre nel Pian del Cansiglio si trovano i villaggi cimbri, il Giardino Botanico Alpino "G. Lorenzoni", il Museo Ecologico Zanardo e il Museo Etnografico Cimbri "E. Servadei".
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LAGO DI CENTRO CADORE

Dominato da celebri catene dolomitiche, il Cadore è un territorio cosparso di piccoli e romantici specchi d'acqua incastonati in paesaggi alpini di fascino indiscutibile.
Il più noto a livello turistico - non balneabile - è sicuramente il Lago di Misurina, conosciuto anche come la “Perla del Cadore”. Questo suggestivo specchio d'acqua è circondato da una corona di splendide guglie di roccia dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità: le Tre Cime di Lavaredo, i Cadini di Misurina, il Sorapiss e il Cristallo. Una meta perfetta per trascorrere una vacanza che alterna attività sportive all’aria aperta a momenti di relax in riva alle sue acque tranquille.
Il Lago di Santa Caterina lambisce il centro di Auronzo di Cadore ed è stato realizzato agli inizi del Novecento con la creazione di uno sbarramento del torrente Ansiei. E’ lungo circa due chilometri ed è costeggiato da un bel percorso ciclopedonale, accessibile a tutti. D’estate si può di noleggiare una piccola barca o un pedalò e intraprendere una piacevole gita tra le sua acque.
Il Lago di Centro Cadore - conosciuto anche come Lago di Calalzo - è uno specchio d'acqua artificiale circondato da paesaggi diversi, in alcuni tratti aspri e rocciosi, altri caratterizzati da boschi di pino. L'estate è ovviamente la stagione perfetta per una bella gita in questi luoghi. Da vedere assolutamente l'area naturalistica termale di Lagole, sito archeologico più importante del Cadore e nota come "la fonte della civiltà cadorina".
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LAGO DEL MIS

Di genesi artificiale (la riserva d’acqua, creata nel 1962, è tutt’oggi utilizzata per la produzione di energia idroelettrica), il Lago del Mis si colloca in uno scenario naturale pristino e praticamente intoccato nel cuore dei Monti del Sole e delle Vette Feltrine (classificazione SOIUSA: Monti del Sole e Vette Feltrine, classificazione Dolomiti UNESCO: Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi e Vette Feltrine). L’aspetto selvaggio della Val del Mis, capace di celare con l’asperità del suo aspetto veri e propri tesori ambientali e storici, contribuisce senza alcun dubbio alla fama, soprattutto internazionale, che il Lago del Mis è stato capace di guadagnare in tempi recenti.
Il Lago del Mis è parzialmente incluso nella zona del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, un’area protetta che interessa dal 1990 questa zona delle Vette Feltrine; l’appartenenza alla riserva naturale ha permesso di difendere la zona dalla cementificazione selvaggia alla quale si assiste in altre zona del Patrimonio UNESCO (celebre la “battaglia per l’acqua” contro la Centralina sul Mis del 2014).
Il Lago del Mis si raggiunge dall’Agordino attraverso la Strada Provinciale 2 (suggestiva e molto “d’impatto”, realizzata ad inizio ‘900) che collega Gosaldo a Sospirolo; da sud è raggiungibile tramite la stessa strada seguendo le indicazioni per Gosaldo e la Conca Agordina.
La zona del Lago del Mis, pur trovandosi in un’area tutelata e vincolata, ha saputo sviluppare in tempi recenti una buona offerta turistica fatta di bar e ristoranti (quello gestito dal Parco a Pian Falcina e il Bar alla Soffia sulla sponda opposta del lago, per non dimenticare il gustoso Pit Stop Panini nei pressi dell’accesso alla zona dei Cadini del Brenton). Ci sono poi due punti di informazione turistica, uno a Pian Falcina e uno all’accesso dell’area dei Cadini del Brenton.
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LAGHI DI REVINE
Di origine glaciale questi due piccoli e pittoreschi laghetti si trovano nella parte settentrionale della Marca trevigiana, a ridosso delle Prealpi
Il Lago di Lago e il Lago di Santa Maria sono comunemente conosciuti come i laghi di Revine e sono collegati l'uno all'altro da un piccolo istmo attorniato da alberi che creano una suggestiva galleria. La loro separazione è dovuta a fenomeni naturali, ma c'è anche chi sostiene che sia stata fatta dagli abitanti della valle per ragioni di proprietà.
Di origine glaciale hanno dimensioni veramente molto ridotte: il lago di Lago è lungo appena 1200 metri, mentre quello di Santa Maria raggiunge i 1000 metri al massimo. Per la loro posizione in una zona dal clima temperato e per la loro limitata profondità e situazione idrologica sono considerati laghi eutrofici, cioè fertili. Sono però ecosistemi fragili, interessanti sotto il profilo naturalistico, circondati da canneti, zone umide, prati ben curati che offrono riparo a molte specie animali e vegetali.
Nella lingua di terra che li congiunge sono state rinvenute le tracce dei primi insediamenti abitativi risalenti all'epoca tardo neolitica, visibili oggi nella ricostruzione del Parco Archeologico Didattico del Livelet che propone un affascinante viaggio indietro nel tempo.
I due laghi sono mete per interessanti escursioni naturalistiche e paesaggistiche da effettuare a piedi, in bicicletta e anche a cavallo.
Gli amanti degli sport acquatici, invece, possono noleggiare imbarcazioni o praticare la vela. Poco distante si trovano le località di Asolo, Conegliano, Treviso, Oderzo e Vittorio Veneto, mete di indiscusso interesse turistico.
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Fare il bagno in un lago
Fare il bagno nei laghi può sembrare molto più sicuro che farlo al mare, ma anche in questo caso ci sono precauzioni che è preferibile prendere per salvaguardare la propria salute. Non tutti i laghi sono puliti, quindi, per avere certezze, è preferibile scegliere quelli premiati con le Bandiere Blu.
Per fare il bagno nei laghi in sicurezza, vale la stessa regola che al mare: lasciar passare minimo 2 ore dopo aver consumato un pasto. Bisogna lasciare che la digestione faccia il suo corso, per evitare congestioni che possono essere anche molto pericolose. Tra i sintomi troviamo nausea, vertigini, dolori addominali e mal di testa. Se non si interviene tempestivamente, tra le conseguenze non è esclusa perfino la morte, causata nella maggior parte dei casi da un arresto cardiaco. Un po’ di pazienza, quindi, può davvero salvare la vita in certi casi.
Il lago è un luogo che può sembrare tranquillo per chi non lo conosce, ma non è affatto così: se i venti sono deboli, gestire le sue acque è più semplice, ma quando questi iniziano a raggiungere una velocità di 25-30km/h, tale specchio d’acqua apparentemente innocuo inizia a diventare un pericolo concreto, un luogo insidioso come e più del mare, assumendo un analogo carattere mosso e molto mosso.
Nelle tempeste lacustri, tra i possibili fenomeni rientra la formazione dei mulinelli: è curioso vedere come tutto ciò che si trova nelle acque si muove verso tali vortici, avvicinandosi sempre più ad essi fino a convogliare i materiali trascinati in quei punti precisi ed esserne, inesorabilmente, risucchiati.
La formazione dei mulinelli
Gli studiosi hanno capito che i fattori in gioco sono molteplici:
- la presenza di corsi d’acqua visibili o sommersi che entrano o fuoriescono dal lago;
- gli spostamenti d’acqua da un bacino idrico all’altro;
- gli effetti delle correnti d’aria sullo strato superficiale;
- l’esistenza di ostacoli al flusso in determinate direzioni;
- l’escursione termica tra i vari strati di fluido, la stessa velocità delle acque e dei venti rispetto alla Terra in rotazione (la cosiddetta forza di Coriolis) influenzano il verificarsi e l’intensificarsi di quest’evento naturale.
Questi fenomeni sono tanto belli da vedere quanto pericolosi: il loro carattere d’imprevedibilità rende la navigazione nei laghi un’impresa abbastanza ardua, tanto che una gita domenicale in barca può rivelarsi un’esperienza spiacevole, pur con previsioni climatiche favorevoli.
Avere un’idea in merito alle temperature ed alla velocità delle correnti, infatti, non basta: chi è alle prime armi dovrà farsi accompagnare da profondi conoscitori della zona che si vuole esplorare, perché, essendo abituati a perlustrare il luogo in oggetto, sono pienamente coscienti della morfologia dei fondali e del grado di rischio effettivo (e non solo teorico) sul posto.
A complicare la situazione sotto il profilo della sicurezza si aggiungono la mancanza di personale di salvataggio nei laghi e la difficoltosa accessibilità ad alcune aree (magari per scarsità di linea e problemi a rilevare le coordinate di geolocalizzazione, oppure a causa di percorsi dalla viabilità non ottimale) per i mezzi impiegati dagli organi di soccorso, qualora ci fossero persone in pericolo di vita: purtroppo non è raro sentire di donne, uomini o bambini che hanno concluso tragicamente la propria vita in questi posti, durante una spensierata nuotata o un apparentemente innocuo giro in barca.
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