I 60 anni di Rettore «Festeggio in tour e penso al futuro in tv»

CASTELFRANCO VENETO. Donatella Rettore, “Telli” a voler usare il soprannome nato in famiglia ma solo Rettore se non si vuol farla arrabbiare, compie oggi 60 anni. Li festeggia in tour, con il suo spettacolo che attraverserà l’Italia per tutta l’estate, e con nuovi progetti: «Per me è il momento della tv» dice «e qualche proposta mi è già arrivata. Vorrei condurre un programma tutto mio dedicato alla musica, con un editore importante. Nella musica si cucina tutto assieme, sentimenti, ideali, pensieri, rimpianti».
Nata a Castelfranco,Rettore è stata un simbolo degli anni Ottanta italiani. E assieme alle 60 candeline, può contare 36 anni di carriera musicale da professionista (dopo tantissimi di gavetta), 15 album, quattro partecipazioni al Festival di Sanremo, otto al Festivalbar dove ha vinto per due volte.

Ma la storia di Donatella è anche la storia di una castellana, figlia di Teresita Pisani, attrice di prosa, e di Sergio Rettore, commerciante. La sua prima esibizione all’età di 3 anni a Venezia, al Caffè Florian in piazza San Marco dove trova d’istinto la scena ideale per improvvisarsi cantante. A 10 anni la prima rock band, “I Cobra”, con cui si esibisce nelle parrocchie castellane cantando le canzoni di Caterina Caselli e guadagnando 500 lire a serata. Il suo spirito rock e ribelle è già sottotraccia, e l’accompagnerà per tutta la carriera.
Dopo il diploma al liceo linguistico come interprete parlamentare, “Telli” parte per Roma per tentare la fortuna. Una scelta coraggiosa senza la quale non sarebbe arrivata al successo. È lo spirito d’avventura, lo spirito del rock: «Uno spirito che la musica contemporanea ha perso» dice. «I ragazzi scaricano la musica, fanno la loro compilation senza pensare più agli album. Le case discografiche sfornano artisti che propongono la stessa canzone per mesi fino alla noia. Poi questi artisti spariscono. Non ci sono più le presentazioni degli album o i concept album con i vari pezzi a rappresentare un percorso concettuale ed ideale. Questa dimensione va recuperata. Gli unici che lo fanno al giorno d’oggi sono i Coldplay. In Italia c’è davvero poco. Ci sono solo canzoni riempipista che passano per due mesi in radio, ma dopo due anni nessuno li ricorda più. Il Kobra invece me lo chiedono ancora».
C’è margine per l’ottimismo: «In Italia in realtà è la scena underground ad essere interessante. Ci sono molti gruppi validi, ma che non hanno opportunità. Sono rimaste solo tre etichette discografiche importanti, quelle indipendenti riescono a fare poco. Ma continuo ad aver fiducia che qualcosa succeda, prima o poi qualcosa accadrà per cambiare questa tendenza».
Il successo per Rettore (dopo una collaborazione con Lucio Dalla a cui fece da spalla nel 1973) arriva con “Splendido Splendente”, canzone del 1979 con cui arriva alla notorietà. Il look è quello punk, che l’accompagna per tutta la carriera. Nella sua storia Donatella vanta collaborazioni importanti anche con artisti internazionali, tra cui Elton John e Bernie Taupin per la canzone “Remember”. Nel 1982 la canzone forse più irriverente, “Lamette”.
Oggi Rettore è ancora in tour. L'infortunio dello scorso anno, una brutta distorsione alla spalla in seguito a una caduta, non ha compromesso la voglia di salire sul palco. E poi Rettore continua anche le sue attività di volontariato con la Lega Anti Vivisezione, rimane una sfegatata tifosa dell’Hellas Verona e del Giorgione Calcio, squadra di Castlelfranco. «I momenti di successo nella mia carriera li ho vissuti male, come una malattia» confessa. «Sentivo dei lacci da cui cercavo di liberarmi, sono un cane sciolto. Ovviamente i ricordi più felici sono quelli del Festivalbar»
Oggi festeggia in famiglia con il marito Claudio Rego (che è anche il suo batterista) e i suoi due amati cani, Orso e Lupo, Border Collie: «Andrò anche in palestra, lo devo fare per il mio braccio». Poi partirà per Firenze, il tour non aspetta.
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