I baristi Matteo e Michele: «Montagnana è morta, chiudiamo il Fly»

Dopo 33 anni di attività il locale della movida della Bassa non attira più: «La nostra clientela è scappata a Este o Monselice»
Montagnana (PD), 1 Giugno 2018. Chiusura storico bar FLY. Nella foto: (S-D) i due soci titolari Matteo Malaman e Michele Francescon.
Montagnana (PD), 1 Giugno 2018. Chiusura storico bar FLY. Nella foto: (S-D) i due soci titolari Matteo Malaman e Michele Francescon.

MONTAGNANA. Trentatré anni di storia. Un cerchio capace di abbracciare più generazioni che si è chiuso definitivamente. Con le due feste di venerdì e di ieri sera abbassa le serrande per sempre lo storico Bar Fly di Galleria Matteotti, nel centro storico di Montagnana.

Matteo Malaman e Michele Francescon, 50 e 46 anni, che gestiscono il locale dal lontano 1996, hanno deciso di cessare l’attività: «La nostra clientela, quella che va dai 20 ai 35 anni, è scappata da Montagnana», spiega Malaman. «Tutti vanno a Este o a Monselice e qui fare affari è diventato impossibile. Non mi piace attribuire colpe, ma l’appetibilità del nostro centro storico è venuta meno e la gente gira solo in occasione delle feste. Con la festa del prosciutto è andata veramente bene, ma si tratta di un periodo molto ristretto. A Este c’è una Ztl ben fatta, intelligente, e i locali crescono. Qui abbiamo un’area chiusa al traffico troppo vasta, che scoraggia l’affluenza. Qualche errore di applicazione della stessa Ztl nel passato - per esempio la scarsa segnalazione e la scia di multe che ha comportato - è rimasto impresso negli utenti e anche questo contribuisce ad allontanare la gente dal centro. E poi il nostro bar è nascosto, in una galleria, e in questi tempi la visibilità e l’affacciarsi su una piazza viva è fondamentale».

Un po’ come avviene per il Salotto 38 a Este o per il Maleva a Monselice: visibilità, accessibilità e la finestra sul cuore vivo cittadino sono sicuramente elementi che contribuiscono al successo.

Eppure il Bar Fly è stato uno dei primi locali della movida della Bassa padovana. Era nato nel 1985 e si chiamava Le Calandre. Nel 1990 ecco il cambio di nome e il restyling alla moda, frutto della passione di Claudia Rossi, perugina, che aveva “studiato” il gusto negli Usa e aveva creato un locale ispirato a Charles Bukowski, all’avanguardia sia nell’arredamento che nell’offerta di cocktail e liquoristica. «Nel 1996 siamo entrati io e Michele e il Bar Fly ha toccato l’apice», ricorda Matteo. «Dovevamo organizzare le feste di martedì sera, perché altrimenti nel weekend veniva troppa gente e diventava ingestibile».

Negli anni il Bar Fly ha saputo navigare tra mode e gusti, attirando diverse generazioni e vivendo di alti e i bassi, apprezzamenti e critiche, lodi e dicerie che per natura un locale come questo affronta nel corso degli anni.

«Abbiamo potuto conoscere una miriade di persone, dallo staff ai clienti, riuscendo anche a crescere professionalmente grazie al continuo aggiornamento che abbiamo sempre ricercato», continua Matteo, che ora si dedicherà molto probabilmente al rilancio della pizzeria di famiglia, a Megliadino San Vitale.

Venerdì sera si è tenuta la festa “L’ultima volta assieme”, che ha visto protagonista in particolare il corposo staff che negli anni ha lavorato per il Bar Fly. Ieri sera si è tenuto l’addio vero e proprio, con la festa “Sorry we close”, a cui ha partecipato gran parte dei dj che in questi 33 anni hanno suonato all’interno del locale. Quale sarà il futuro di questa struttura? «Da almeno sei mesi cerchiamo di vendere», assicurano i titolari, «e si sono effettivamente presentate decine di persone interessate. Il prezzo ridotto non è bastato però a convincere gli acquirenti: la piazza di Montagnana è morta e investire qui è diventato un rischio. Purtroppo non è ogni sera la festa del prosciutto, la gente preferisce Este o Monselice e senza clienti i locali muoiono».

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