I micromotori scelti dai big dell’auto

Alzacristalli e sedili elettrici: quelli di Mercedes, Volkswagen, Volvo e Bmw sono made in Veggiano
Se siete seduti su un’auto e il sedile si può spostare elettronicamente e se riuscite a far entrare una piacevole brezza all’interno dell’abitacolo senza sforzo, con grande probabilità è grazie a Cebi Motors. In Europa, infatti, il 60% dei sedili ed il 10% dei cristalli che si possono spostare schiacciando un semplice bottone portano la firma dell’azienda di Veggiano che nel 2016 ha compiuto 40 anni di attività consacrando questo traguardo con chi lo ha reso possibile, i propri collaboratori e le relative famiglie, grazie ad un “Open Day” fortemente voluto dall’amministratore delegato Maurizio Basso.


Cebi Motors è società leader nella progettazione e produzione di micromotori e motoriduttori in corrente continua che trovano naturale applicazione nel settore automotive. Nel 2017 la società di Veggiano ha superato i 24 milioni di motori prodotti nell’anno, abbattendo per la prima volta il muro dei 100 milioni di euro di fatturato, dei quali il 95% verso mercati esteri. Nel 2007 erano 37, giusto per dare l’idea della crescita di una realtà che oggi impegna circa 450 lavoratori.


Cebi Motors è nata con il nome “Nuova Sme” nel 1976 a Grisignano di Zocco, in un capannone di 2.500 mq. Visti i numeri importanti fatti dall’azienda, è stato necessario prima un ampliamento di 1.800 mq (1989), poi ricorrere ad un trasferimento dell’attività a Veggiano (1997) dove Nuova Sme si è insediata in 9.700 mq ed infine ampliare quest’ultimi di ulteriori 6.600 mq. L’azienda dal 2011 è parte del gruppo industriale “Cebi International”, colosso che conta nel mondo 11 impianti produttivi dislocati nei principali continenti, 3.000 addetti e 500 milioni di euro di fatturato. Nel 2017, proseguendo il trend espansivo, Cebi Motors ha avviato un nuovo insediamento produttivo in Lombardia.


«Il 2017 ha portato un ulteriore incremento dei volumi» conferma Basso, general manager e a.d. della società «Il fatturato è arrivato per la prima volta in tripla cifra, oltrepassando la barriera dei 100 milioni di euro, 2,5 volte il dato ante-crisi del 2007. Questi numeri vanno letti assieme al quasi decennale trend positivo dell’azienda che ha portato alla scelta industriale, in controtendenza rispetto gli attuali richiami del mercato che porterebbero verso la delocalizzazione, di aprire un secondo stabilimento produttivo proprio nel territorio italiano».


La Cebi Motors è l’unica realtà, all’interno del Gruppo Cebi International, dedicata esclusivamente alla produzione di motori elettrici a corrente continua per applicazioni sedili e alzacristalli. Alle origini (anni ’70) l’azienda era specializzata nella produzione di motori per giocattoli, spostandosi poi nel ramo degli elettrodomestici (phon, rasoi, aspirapolveri), quindi nell’informatica negli anni ’80 (macchine da scrivere, proiettori) per approdare infine nell’automotive nei primi anni ’90. Oggi l’80% della produzione di Cebi Motors è indirizzata ai motori elettrici per la movimentazione di sedili, per cui la società padovana è leader mondiale: detiene il 60% delle quote di mercato europee e il 25% di quelle mondiali. I motori di Cebi Motors finiscono per il 26% a Daimler-Mercedes, per il 23% al gruppo Volkswagen e per un 14% a Jaguar-Land Rover, Volvo e Bmw. Il resto dell’attività è dedicata alla produzione di alzacristalli (destinati per il 36% a Renault-Dacia e per il 32% a Fiat) e anche qui Cebi Motors recita una parte importante con il 10% circa della quota di mercato in Europa e il 3% a livello planetario.


Il 2017 ha visto un’importante investimento da parte di Cebi Motors, che ha aperto un nuovo stabilimento a Bardello, in provincia di Varese. L’investimento totale della società – che a Bardello ha recuperato un capannone in disuso da un decennio - è stato di oltre 11 milioni di euro. «Il vantaggio competitivo raggiunto», conclude l’a.d. Basso «oltre ad avere consentito all’azienda di finanziarsi completamente gli investimenti ed aver generato ricchezza, deve consentire di continuare a sviluppare le attività di ricerca e sviluppo per poter sostenere la crescita e proseguire a competere da leader in un mercato sempre più esigente».




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